Possibili malattie infettive e migranti provenienti da Paesi a rischio. Il sindaco di Alassio Enzo Canepa ieri è stato condannato a 4mila euro di multa con le attenuanti generiche dal giudice Francesco Giannone per la sua ordinanza di buonsenso emanata a tutela dei cittadini.
In sostanza, si prevedeva “il divieto di dimora per le persone prive di fissa dimora, provenienti da Paesi a rischio dell’area africana, asiatica e sudamericana, se non in possesso di regolare certificato sanitario”.
Vale la pena di ricordare che in altri Paesi europei, come in Austria, non solo esistono simili ordinanze simili sindacali, ma anche la legge nazionale, a tutela della popolazione, prevede l’obbligatorietà di curarsi (a spese della sanità pubblica) per gli ospiti che sono affetti o portatori di malattie infettive e quindi risultano potenzialmente pericolosi. In caso di rifiuto è previsto il ricovero coatto in ospedale e, nei casi più estremi, perfino l’arresto dello straniero.
Invece in Liguria, dopo l’esposto di alcune associazioni pro migranti, il pm aveva chiesto addirittura una condanna ad un mese di reclusione per il sindaco di Alassio. Una richiesta discutibile che il giudice non ha ritenuto di accogliere.
“Rifarei tutto – ha commentato il sindaco Canepa – non nascondo una grande amarezza pensando che cosa si deve affrontare per cercare di difendere e tutelare le nostre città, i nostri concittadini, i turisti e le imprese. Anche molti cittadini e gli altri consiglieri di maggioranza mi hanno mostrato solidarietà. Presenteremo ricorso in appello convinti di aver agito nel giusto, senza alcuno spirito razzista o discriminatorio”.
Anche il sindaco di Carcare, Franco Bologna, era finito nei guai per un’ordinanza simile. E pure lui, in qualità di autorità sanitaria del suo Comune, aveva responsabilmente replicato che avrebbe rifatto tutto ciò che aveva fatto “per tutelare tutta la cittadinanza”.