Caso politico-giudiziario e manifestazione anti Toti. Nel giorno in cui al governatore ligure è stata notificata la nuova misura di custodia cautelare ai domiciliari per finanziamento illecito, le minoranze sono scese in piazza per diventare “un’alternativa”.
Lo ha dichiarato oggi pomeriggio a De Ferrari la leader del Pd Elly Schlein che, insieme al presidente del M5S Giuseppe Conte e ai leader di Sinistra Italiana e Alleanza Verdi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, sono riusciti a portare in piazza a Genova circa 2mila persone.
Come riportato dai quotidiani Libero e Il Tempo, ai manifestanti anti Toti i partiti delle sinistre hanno pagato il viaggio in pullman per venire a protestare a Genova.
I big delle sinistre e M5S, a pochi passi dalla sede di Regione Liguria, hanno chiesto di “togliere la Liguria dai domiciliari a cui Toti la sta condannando”.
I militanti delle sinistre e i pentastellati hanno intonato cori, applaudito e mostrato striscioni, molti dei quali inequivocabili: “La Regione Liguria e’ bloccata – recita uno – Il presidente Toti abbia il pudore di farsi da parte”, mentre un altro definisce il governatore ligure “utile, ma non indispensabile: Toti, dimettiti”.
Il cosiddetto “Campo largo” chiede, insieme a comitati e associazioni, di tornare subito al voto: “Liguria, diritto al futuro” e’ lo slogan che campeggia sul palco della manifestazione.
Al termine della manifestazione, i militanti hanno intonato “Volta la carta” di Fabrizio de Andre’: un messaggio stavolta piu’ politico che poetico.
“Il senso di questa iniziativa politica – ha riferito Schlein – non e’ stato soltanto quello di chiedere al governatore Toti un passo indietro, ma anche costruire da qui un nuovo progetto per la Regione, in cui a tenerci insieme non devono essere i ‘contro’ ma i ‘per’. Un progetto condiviso che non permetta piu’ alla destra di tenere in ostaggio questa terra. Non si capisce che cosa aspetta Giorgia Meloni a chiedere a Toti di fare un passo indietro”.
Intanto Toti, che domani avrebbe dovuto incontrare il vicepremier Matteo Salvini, dovra’ attendere ancora per confrontarsi con il leader leghista.
Il colloquio e’ saltato perche’ prima il governatore oggi sospeso dovra’ affrontare il suo secondo interrogatorio di garanzia nell’arco di due mesi, inerente al nuovo filone di indagine.
Se in occasione del primo arresto, martedì 7 maggio, era stato infatti chiamato a rispondere di corruzione, stavolta dovra’ farlo anche per finanziamento illecito, in relazione agli spot elettorali di Esselunga sul maxischermo della Terrazza di Primocanale per la campagna delle amministrative del 2022, a sostegno del sindaco Marco Bucci. Almeno secondo quanto riferito oggi, in sintesi, dalla Procura di Genova.
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