Un tentato suicidio nel carcere di Marassi, a Genova, è stato sventato grazie all’intervento tempestivo degli agenti della Polizia Penitenziaria, che sono riusciti a salvare la vita a un detenuto ristretto nel reparto clinico dell’istituto. L’episodio si inserisce in un contesto già critico, che da mesi solleva preoccupazioni tra il personale penitenziario.
Detenuto tenta di impiccarsi: salvato in extremis
Il dramma si è consumato nella mattinata all’interno del Reparto IV – Centro Clinico della Casa Circondariale di Marassi, dove un uomo di nazionalità tunisina, nato nel 1995 e detenuto per furto aggravato, ha cercato di impiccarsi alle sbarre di una finestra.
Grazie alla prontezza e professionalità degli agenti in servizio, la tragedia è stata evitata. L’intervento repentino ha permesso di mettere in salvo il detenuto, che è stato immediatamente soccorso. Secondo quanto riferito dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), si è trattato di un’azione eroica che merita un encomio ufficiale da parte del Ministero della Giustizia.
SAPPE: “Servono rinforzi e soluzioni strutturali”
A commentare l’episodio è Vincenzo Tristaino, segretario SAPPE per la Liguria, che sottolinea come la situazione nelle carceri liguri, e in particolare a Marassi, sia sempre più tesa:
“I poliziotti penitenziari lavorano ogni giorno in condizioni difficili, cercando di garantire ordine e disciplina all’interno di un sistema penitenziario in affanno. Solo grazie al loro impegno si è evitata una nuova tragedia”.
Anche Donato Capece, segretario generale SAPPE, ha voluto ringraziare il personale per il loro operato, auspicando un rafforzamento degli organici e un’attenzione maggiore alle condizioni lavorative:
“Il personale del carcere di Marassi dimostra quotidianamente grande dedizione e umanità, pur operando in un contesto difficile segnato da eventi critici sempre più frequenti”.
Un sistema penitenziario in affanno
Il tentato suicidio a Marassi riporta l’attenzione sulle criticità del sistema carcerario italiano, dove episodi di autolesionismo, violenze e disagi psichici sono sempre più frequenti. Secondo il SAPPE, la gestione di soggetti fragili e problematici richiede un approccio diverso e risorse adeguate, sia in termini di personale che di strumenti operativi.
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