Il giocatore a terra, al centro della foto in maglia blucerchiata, è Giovanni Improta, classe 1948, centrocampista e napoletano di Posillipo. Potevo cercare un’immagine in cui il suo volto fosse piu visibile ma ho scelto questa per due ragioni: la prima perchè si riferisce ad una delle sue prestazioni piu brillanti in carriera, la seconda perchè é una foto inedita, che mi è stata regalata da un fotografo che quel giorno si trovava sul terreno di gioco.
La gara si svolse il 7 ottobre 1973 e mise di fronte, a Marassi, Samp e Milan. Era la prima giornata del campionato 73-74. Tutte e due le squadre, per motivi diversi, non avevano trascorso un’estate tranquilla. La Samp perchè era finita nel mirino dell’ufficio inchieste per aver cercato, in occasione dell’ultima giornata del campionato 72-73, di “pungolare” l’Atalanta con un premio a vincere a battere il Vicenza, squadra diretta rivale della Samp nella lotta salvezza. In realtà alla fine quella la gara l’Atalanta non solo la perse ma finì pure per retrocedere in B! La Federazione, comunque, stabilì che vi era stato un incontro tra gli emissari delle due squadre (i giornali parlarono del “giallo di Alzano”, località del bergamasco dove vi sarebbero stati i tentativi di accordo) e punì la Samp con 3 punti di penalizzazione da scontare nella stagione successiva.
Il Milan, dal canto suo, aveva ancora le cicatrici per la sconfitta nella “Fatal Verona” che le era costata lo scudetto.
A Marassi, comunque, c’era il pienone, anzi poichè una legge permetteva in particolari occasioni di vendere sino al 20% in piu di biglietti rispetto alla capienza (norma della quale il presidente della Samp, “l’avvocato di campagna” Mario Colantuoni, usufruiva pienamente), vi erano piu persone della capienza, fissata in 55.773 posti. Io ero allo stadio con i miei genitori e ricordo la voce dello speaker. “Si pregano gli spettatori dei settori tribuna e distinti di alzarsi in piedi per consentire l’accesso alle persone che stanno cercando di entrare”.
Il Milan era favoritissimo ma la Samp, a sorpresa, vinse 3-2. Grande protagonista del match fu appunto Improta, che non solo realizzò con freddezza i due rigori concessi da Gonella, ma fu autore di una bellissima prestazione. Nella foto in alto il giocatore napoletano è a terra dopo essere stato fermato fallosamente ed aver indotto l’arbitro a fischiare il primo dei due rigori. Si riconoscono pure, in blucerchiato, Cristin, ed in rossonero Zignoli, Anquilletti, il tedesco Schnellinger ed il portiere Vecchi. Da notare che, come si usava all’epoca, il terreno di gioco era fatto a dorso d’asino, per cui dei giocatori più lontani non si vedono i piedi. Oltre ad Improta, come detto autore di una doppietta, per la Samp andò a segno Boni, mentre per il Milan segnarono Rivera, su rigore, e Chiarugi, su punizione.
Gianni Improta, classe 1948, nato a Napoli, mosse i suoi primi passi proprio nella squadra partenopea. Una stagione alla Spal e poi il ritorno a Napoli. Aveva classe ed eleganza, era una grande promessa, infatti quando venne ceduto alla Samp, a Napoli ci furono cortei di protesta dei tifosi. Ricordo che mi trovavo con mio papà in un ristorante di Recco, cittadina vicina a Genova famosa per la squadra di pallanuoto, e ad un tavolo a fianco al nostro cenava, in un inappuntabile vestito bianco, il presidente del Napoli Corrado Ferlaino, salito in Liguria a chiudere la trattativa.
A Genova Improta rimase solo una stagione, per poi andare all’Avellino e da lì al Catanzaro, dove rimase 4 stagioni (e dove sarebbe poi tornato sia come allenatore sia come dirigente). Successivamente tornò ancora al Napoli, per poi passare al Lecce ed alla Frattese, società in cui chiuderà la carriera nel 1984.