La notizia viene data dal ministero russo e dalla Tass. Nessuna conferma viene data da parte ucraina
Sarebbero oltre 1.000, per l’esattezza 1026, i soldati ucraini, inclusi 162 ufficiali e 47 donne in servizio militare, che si sono arresi a Mariupol.
Lo ha comunicato il portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov con la notizia che viene ripresa dall’agenzia Tass. Nessuna conferma viene data da parte ucraina o da fonti occidentali.
“A seguito del successo delle operazioni offensive delle forze russe e delle unità della milizia della Repubblica popolare di Donetsk – scrive la Tass – 1.026 soldati ucraini della 36a brigata di fanteria marina hanno deposto volontariamente le armi e si sono arresi nell’area della fabbrica di metalli di Ilyicha nella città di Mariupol.
“Tra coloro che si sono arresi, ci sono 162 ufficiali e anche 47 donne in servizio, ha detto il portavoce del ministero.”
Mariupol: Militari ucraini feriti hanno ricevuto assistenza medica
“Un totale di 151 militari ucraini feriti della 36a brigata di fanteria marina hanno ricevuto assistenza medica primaria sul posto, dopodiché tutti sono stati portati all’ospedale cittadino di Mariupol per cure mediche”, ha specificato poi il generale.
Secondo alcune fonti russe, che mostrano il video dell’interrogatorio del tenente colonnello Lomtev della 36a Brigata Marina delle Forze Armate dell’Ucraina catturato a Mariupol, l’ufficiale avrebbe dichiarato: “è stata presa la decisione di consegnare le armi per evitare vittime inutili”.
I militari che si sono arresi sono probabilmente quelli che si trovavano circondati a Mariupol nello stabilimento di Azovmash (Azovstal). Avevano tentato, senza riuscirci, di sfondare l’accerchiamento dal 10 all’11 aprile.
Ramzan Akhmatovič Kadyrov, militare russo di etnia cecena, Capo della Repubblica Cecena, ha mostrato un video dei combattimenti nello stabilimento Azovstal di Mariupol.
“In questo seminterrato, l’Azov – dice Kadyrov – ha dotato un piccolo quartier generale di un magazzino. Sono diventati ostaggi delle loro stesse fortificazioni”.