La Polizia ha arrestato, in esecuzione di ordine di custodia cautelare in carcere, il 39enne marocchino che lo scorso 9 settembre era stato denunciato in quanto aveva avviato una fiorente attività di spaccio tra Chiavari e Lavagna, utilizzando il suo lavoro di dipendente delle pulizie come copertura.
L’uomo, regolarmente assunto da una ditta, dava appuntamento agli acquirenti all’interno dei vari stabili, in cui giornalmente lavava le scale, per vender loro cocaina.
Gli agenti del Commissariato Chiavari che lo avevano segnalato all’A.G., hanno proseguito le indagini dalle quali è emerso che il 39enne, nonostante fosse stato scoperto, non aveva mai interrotto l’attività illecita continuando a mantenere attivi i contatti con gli acquirenti, con i quali si incontrava soprattutto nei fine settimana, diventando così punto di riferimento dello spaccio di cocaina a Chiavari, Lavagna e nella Val Fontanabuona.
Il pusher, dopo il sequestro a suo carico di 14 involucri di cocaina del settembre scorso, un mese dopo circa è stato nuovamente trovato in possesso di altri 4,5 grammi della stessa sostanza, fatto che ha avvalorato la tesi degli investigatori e ha convinto il G.I.P. ad emettere la misura restrittiva, eseguita ieri pomeriggio presso la sua abitazione a San Colombano Certenoli.
Lo scorso venerdì, durante uno dei servizi di osservazione nell’ambito dell’attività d’indagine denominata “Cleaner” che ha portato all’arresto del marocchino, gli stessi poliziotti del Commissariato di Chiavari hanno arrestato anche un 33enne albanese, estraneo alla precedente vicenda, colto in flagranza di reato mentre spacciava anch’esso cocaina nel centro di Chiavari.
L’uomo è stato fermato dopo un rocambolesco inseguimento per le vie delle cittadina durante il quale ha provato a disfarsi di due involucri di cocaina che teneva in bocca, poi recuperati.
Durante le operazioni ha opposto una violenta resistenza nei confronti degli operatori, uno dei quali ha riportato ferite giudicate guaribili in 4 giorni, motivo per cui è stato arrestato anche per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni aggravate.