Chiuse dalla Procura di Genova le indagini sul ‘re dei surgelati’ di Palermo Salvatore Vetrano e per altri cinque, che ha chiesto il processo con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento Iva, aggravati dalla transnazionalità.
A Vetrano è anche contestata l’aggravante di aver voluto agevolare Cosa Nostra.
A processo, oltre a Vetrano andranno suo suocero Pietro Bruno (che secondo gli investigatori sarebbe stato legato al boss Totò Riina), Anna Bruno, moglie di Vetrano, Mauro Castellani, imprenditore genovese del settore ittico, Giuseppe Licata, Sebastiana Germano, difesa dagli avvocati Luigi Latino e Paolo Scarcià.
Le Fiamme gialle dopo una serie di indagini, avevano scoperto una frode fiscale transnazionale aggravata dall’agevolazione mafiosa.
Erano stati anche sequestrati beni per oltre milioni di euro in territorio nazionale ed estero.
Nel mirino dei militari un giro d’affari basato sull’importazione di prodotti ittici surgelati dalla Spagna e dal Portogallo all’Italia e presunte frodi sull’Iva.
Le operazioni di perquisizione disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova avevano consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro considerevoli somme di denaro contante e valori, che si ritengono provenienti dalle frodi fiscali e dagli altri reati economici contestati ai componenti del sodalizio criminale.