Due milioni di euro di risarcimento danni. E’ quanto chiede il Comune di Cogoleto a Enel distribuzione per il maxi incendio divampato nel marzo 2019 che disintegrò 85 ettari di bosco nell’estremo ponente della provincia di Genova.
Il processo, cominciato da qualche settimana, è stato rinviato proprio per consentire la trattativa che potrebbe portare tutte le parti civili (oltre alla cittadina del Ponente genovese ci sono Aspi e una ventina di privati) a ritirare la costituzione alleggerendo così la posizione dei 9 imputati a processo.
Fra loro, accusati di incendio colposo e attentato alla sicurezza degli impianti di energia elettrica, ci sono 5 dirigenti di Enel distribuzione.
Se l’azienda non accetterà la proposta, potrebbe essere disposta una perizia per quantificare i danni che, secondo il sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone e l’avvocato Fabio Panariello che tutela gli interessi del comune rivierasco, potrebbero essere ben superiori.
Secondo l’accusa, l’incendio fu causato dalla mancata potatura degli alberi e sfalcio del verde nella zona intorno a un traliccio dell’alta tensione.
Un albero spezzatosi alla base per il continuo contatto dei conduttori e dei suoi rami spinti dal vento che si appoggiavano ai cavi della tensione aveva tranciato alcuni cavi conduttori.
Per gli inquirenti, la società E-Distribuzione avrebbe dovuto tenere pulita la zona con interventi di potatura e sfalcio. Lavori che erano stati affidati a una società che a sua volta li aveva dati in sub appalto a un’altra ditta.
In seguito al rogo furono sfollate 47 persone e due case andarono completamente distrutte, era stata chiusa per ore l’autostrada A10 e le scuole di Cogoleto erano rimaste chiuse per due giorni.