Appello al Ministro delle Infrastrutture per: dragaggi, opere bloccate, piani regolatori (e non varianti) e regolamento sulle concessioni fra i nodi da sciogliere.
Il sistema Paese, anche se ci sono i primi segnali di ripresa, si trova ad affrontare un grave emergenza nel campo sanitario ma, per una ripresa concreta, anche nel campo lavorativo e della logistica.
Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto, spiega il punto di ripartenza nel suo settore: «E’ certo apprezzabile l’individuazione di un primo numero di opere e la nomina dei rispettivi commissari, ma il male oscuro che affligge i porti, evidenziatisi in modo netto come nodo strategico per la competitività del Paese, non ha ancora alcuna terapia: i dragaggi indispensabili per fare entrare le navi nei porti restano al palo così come restano in vigore procedure tanto farraginose quanto impossibili, che negano ogni prospettiva di semplificazione e continuano a bloccare centinaia di opere medie e grandi negli scali marittimi italiani. Sogniamo un grande futuro – prosegue Merlo – ma consentiamo a norme, procedure e burocrazia, di annientare il presente».
La Conferenza dei presidenti dei porti, convocata dopo ben 27 anni di attesa –dei temi prioritari non c’è traccia– nessuna priorità al regolamento delle concessioni ex Art 18. Nonostante che su questo tema siano intervenuti l’Autorità di regolazione dei trasporti e l’Antitrust, il Ministero non pone questo regolamento neppure in agenda e continua a non convocare (come è invece previsto dalle legge) la conferenza delle Associazioni di categoria e dei sindacati, che:
«Potrebbero e hanno il diritto di dare un contributo determinante –precisa il Presidente di Federlogistica– a una pianificazione nazionale della portualità che continua a lamentare l’assenza di piani regolatori di sistema e che proprio su questi temi registra la proposta di Assoporti di fornire alle Autorità di Sistema Portuale mano libera per apportare varianti ai piani esistenti, perpetuando scelte e decisioni estemporanee, destinate a innescare distorsioni e concorrenze fra porti vicini, con costi elevatissimi per l’intero sistema nazionale».
Secondo Federlogistica, le varianti devono rappresentare una rara eccezione e non certo un modus operandi che è antitetico rispetto a una seria pianificazione. «Lascia allibiti – conclude Merlo – che il Ministro abbia insediato commissioni, tra cui una sugli effetti dei cambiamenti climatici, composte da illustri accademici non affiancati da chi nei porti opera e lavora, ripetendo l’atavico errore di far proliferare proposte e interrogativi senza mai trovare risposte agli stessi». ABov