“Una decisione di cattivo gusto e aberrante quella della società Messina di costituirsi parte civile nel processo sull’inchiesta bis per il crollo della Torre Piloti, in cui persero la vita nove persone”.
Lo hanno affermato oggi i famigliari di Giuseppe Tusa, sottocapo di Marina, deceduto mentre si trovava al lavoro sulla Torre Piloti di Molo Giano quella maledetta notte del 7 maggio 2013, quando la Jolly Nero Messina si schiantò contro la struttura.
I famigliari, tramite i legali Alessandra Guarini, Cesare Bulgheroni e Massimiliano Gabrielli, hanno quindi annunciato che a loro volta chiederanno l’esclusione della società di navigazione Messina come parte civile.
“I famigliari – hanno spiegato in sostanza i legali – non sono disposti a rimanere in silenzio e considerano aberrante il pensiero di sedere a fianco di chi nel primo processo stava tra gli imputati. La scelta della Messina di costituirsi parte civile pare anche una mancanza di rispetto verso chi ha perso la vita.
La Messina pensa di potersi oggi presentare con gli abiti nuovi della vittima per i graffietti riportati nell’impatto da una nave mercantile vecchia di quarant’anni e smantellata in Medio Oriente non certo a causa dei danni riportati, che la stessa società di navigazione indica del resto in pochi spicci.
Le vittime, quelle vere, non ci stanno e chiederemo al Tribunale di Genova l’esclusione della compagnia Messina dal processo”.
Inchiesta bis crollo Torre Piloti, Messina si costituirà parte civile