Ieri sono ufficialmente terminati i lavori di demolizione del voltino a Mezzanego, lungo la Statale 586, nell’entroterra genovese.
Con la rimozione dei new-jersey, la strada è ora completamente aperta al traffico senza limitazioni di altezza, facilitando il collegamento tra le valli Stura, Aveto e l’Emilia Romagna.
Durante il sopralluogo per la fine dei lavori il viceministro genovese delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, l’assessore regionale alle Infrastrutture Giacomo Raul Giampedrone, il consigliere regionale Sandro Garibaldi, il sindaco Danilo Repetto e la responsabile Anas per la Liguria Barbara Di Franco, hanno in sostanza sottolineato l’importanza strategica di questa arteria stradale per il collegamento tra l’entroterra ligure e la costa del Tigullio.
Il viceministro Rixi ha spiegato che l’intervento sulla Statale 586 “è un esempio concreto di efficienza e tempestività nella realizzazione di progetti infrastrutturali. Ha inoltre annunciato che sono in corso i lavori di progettazione per l’ampliamento della strada verso Santo Stefano d’Aveto e altre importanti opere nell’entroterra ligure”.
L’assessore Giampedrone ha aggiunto: “Questa strada è un asse vitale tra due regioni e rappresenta un’importante promessa mantenuta. Siamo partiti da un’emergenza per trasformarla in un’opportunità di sviluppo turistico ed economico per l’entroterra”.
Il sindaco Danilo Repetto ha elogiato la messa in sicurezza del voltino e ha espresso “l’impegno a collaborare per il prossimo passo: l’allargamento della strettoia”.
L’intervento, realizzato da Anas con un investimento di 215mila euro, è stato avviato a giugno 2023 dopo che cedimenti strutturali avevano reso necessaria una prima messa in sicurezza.
La demolizione è stata eseguita con il consenso della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, dopo il consolidamento degli edifici adiacenti.
Anas ha annunciato che la seconda fase dei lavori, prevista entro il 2025, prevede l’allargamento della sede stradale con la demolizione parziale di due edifici, uno di proprietà comunale e l’altro della Curia.
L’avvio del progetto di demolizione è subordinato all’approvazione della Soprintendenza.