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Migranti e cessione sovranità, Camiciottoli denuncia Boldrini: istigazione a delinquere

Migranti e cessione sovranità, Camiciottoli denuncia Boldrini: istigazione a delinquere
Sindaco Camiciottoli consegna targa ricordo a maresciallo dei Carabinieri Carmine Iozzino

Il Sindaco leghista di Pontinvrea Matteo Camiciottoli riprende la sua battaglia dopo le polemiche per il suo post su Facebook sugli stupratori stranieri di Rimini che aveva suscitato reazioni da parte dei soliti buonisti della sinistra.

Il primo cittadino del Comune del savonese oggi ha annunciato che depositerà una denuncia in Procura a Roma nei confronti della Presidente della Camera Laura Boldrini.

Nella denuncia, Camiciottoli evidenzia quella che definisce una “deportazione di massa a fini economici per destabilizzare il Paese e togliere i diritti che i lavoratori italiani con tanti sacrifici hanno acquisito negli anni”.

Non è tutto. Il Sindaco spiega che l’immigrazione senza regole “ingrossa il business delle varie onlus e cooperative, consegna manodopera alla criminalità organizzata, crea tensioni sociali ed insicurezza nella cittadinanza, costringendo le amministrazioni comunali ad accoglierli sul loro territorio senza che vi siano i presupposti e le condizioni necessarie per una dignitosa integrazione di quei pochi migranti che realmente scappano da guerre e persecuzioni e che vanno aiutati senza se e senza ma”.

Stupri Rimini 2017 e arresto africani: il post del sindaco Camiciottoli (Lega)

“Ritengo – ha aggiunto Camiciottoli – che la principale colpa di questa invasione, ormai sotto gli occhi di tutti, sia da attribuire ad una supremazia tedesca in Europa e poteri forti, supportati dal centrosinistra italiano, che mirano a mettere sempre più vincoli volti alla cessione di sovranità nazionale.

Pertanto, dopo gli attacchi pretestuosi che sono stato costretto a subìre, anche da parte di taluni alti rappresentanti dello Stato, ho approfondito la politica ‘europeista’ del Presidente della Camera Laura Boldrini e mi sono imbattuto in un suo ‘tweet’ di tre anni fa in cui aveva dichiarato: ‘Nel processo costruzione #Europa resistenze a cedere quote sovranità. Ma traguardo va raggiunto, o prevarranno disgregazione populismo’.

Alla luce di ciò e di quanto stabilito nei giorni scorsi dal tribunale di Cassino, ho deciso di intervenire con una denuncia nei confronti del Presidente della Camera.

Quanto affermato, mai smentito e ad oggi mai ritrattato da Laura Boldrini, secondo molti autorevoli giuristi può infatti configurare il reato ai sensi dell’articolo 414 del Codice penale.

Mi sembra però opportuno riflettere soprattutto sul fatto che, contemporaneamente alla richiesta di cessione di sovranità, il Presidente della Camera invoca anche l’esercizio di politiche migratorie nettamente in contrasto con l’interesse dell’Italia e degli italiani che invece dovrebbe difendere.

Non nego affatto che l’immigrazione regolata possa essere un dovere a cui attendere costituzionalmente in quanto rientrante nel concetto di solidarietà scolpito nell’articolo 2 della Costituzione, ma è chiaro che deve essere portato avanti compatibilmente con la tutela dell’ordine pubblico e nel pieno rispetto delle nostre tradizioni e dei diritti al lavoro ottenuti dagli italiani.

L’immigrazione senza regole porta invece gravi conseguenze, anche per i Sindaci che gestiscono i territori e che si trovano i propri Comuni invasi da migranti i quali ne alterano gli equilibri sociali e hanno già portato il Paese nel caos. Invero, una situazione che, continuando così, non potrà fare altro che peggiorare.

Per anni ho sentito dire dagli avversari politici che la Lega gioca sulle paure della gente. Tuttavia, a mio parere, sembra che invece ci siano alte Cariche dello Stato che queste paure vogliano continuare a diffonderle solo ai fini di un progetto più ampio. Ossia la distruzione della coscienza nazionale e dello Stato così come lo conosciamo, in favore di banche, multinazionali e poteri forti che oggi minano le democrazie del Mediterraneo.

Pertanto, ho deciso di non ritirarmi e di portare avanti la battaglia fino in fondo perché come disse il grande Generale dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa, che sconfisse il terrorismo rosso a Genova e fu mandato a morire a Palermo, ci sono cose che non si fanno per coraggio si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli ed i figli dei nostri figli”.