Quasi la metà dei migranti arrivano da Africa e Sudamerica
Nel corso del 2023 la presenza degli immigrati in Liguria è salita del 3,7%, raggiungendo quota 156.143 persone su una popolazione di 1.508.800 residenti.
E’ il dato che emerge dalla presentazione del Dossier statistico immigrazione, avvenuta ieri all’auditorium dei Giardini Luzzati a Genova.
Attualmente, la popolazione straniera incide per il 10,3% sulla popolazione ligure.
Nel corso del 2023, sono state oltre ottomila le persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana, un dato che a partire dagli anni ’90 supera quota settantamila: se tutti fossero rimasti a vivere in Liguria, vorrebbe dire che in regione ogni sette persone straniere ci sarebbero tre italiani con un passato migratorio.
Non si registrano grandi novità dal punto di vista della provenienza: il 43,5% degli stranieri liguri arriva da Paesi europei, il 22% dall’Africa, il 19,3% dall’America Latina, il 15,2% dall’Asia.
Dai dati del dossier emerge anche che solo uno straniero su dieci in Liguria è un rifugiato o un richiedente asilo.
Da segnalare una significativa riduzione nei permessi di soggiorno, passati da 123.000 a 115.000 nel giro di un anno. A calare sono sia i “lungosoggiornanti” e sia i soggiorni a termine.
Nel corso del 2023 sono diminuiti del 10% i permessi di soggiorno rilasciati per ricongiungimento familiare, ma sono aumentati da 425 a 616 quelli per motivi di lavoro.
Inoltre, sono calati quelli per protezione internazionale (con una diminuzione degli ucraini e un aumento per le altre provenienze geografiche).
Sul fronte dell’integrazione, positivi i dati che arrivano dal mondo del lavoro, dove il tasso di occupazione per gli stranieri è salito di 2,6 punti e si è attestato al 62,4%. Una tendenza confermata anche dal calo della disoccupazione, passata in un anno dal 12,5% all’11,7%. Tuttavia, rimane un divario importante tra lavoratori italiani e stranieri, con questi ultimi che rappresentano il 21,7% dei disoccupati.
Tra gli stranieri, è più alta anche la quota del part-time involontario, quasi il triplo rispetto ai lavoratori italiani. Entrando nel dettaglio del mercato del lavoro, sono cresciuti gli operai specializzati (dal 34,2% al 38,3%), così come gli alti profili occupazionali (dal 7,8% all’11,5%). Rimangono, però, importanti sacche di lavoro sommerso, irregolare e di sfruttamento.
Il calo demografico incide anche sulla composizione della popolazione scolastica, diminuita di 21.000 unità nell’ultimo decennio.
I figli degli immigrati rappresentano il 15,8% degli studenti liguri e, in sei casi su dieci, sono giovani di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, anche se di cittadinanza straniera.
Sul fronte dei minori non accompagnati, l’anno scorso il numero era più alto, con un picco che è arrivato a toccare gli 800 minori presenti sul territorio regionale, adesso siamo a 592. E’ un flusso che non è sempre uguale ed è composto per lo più da stranieri quasi maggiorenni e maschi.
La situazione è diversa per gli arrivi dall’Ucraina, dove la dimensione di genere è più omogenea e l’età è più bassa.