“Credo che il nuovo governo lavorerà per togliere il blocco dei licenziamenti che scade il 31 marzo, mantenendolo per qualche settore, come il mondo dello spettacolo, il turismo congressuale e gran parte del turismo.”… “ Crediamo (che per gli altri settori) sia giusto che non ci sia più il blocco dei licenziamenti perché alcune aziende devono riorganizzarsi”.
A dirlo il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini in occasione della presentazione degli indicatori dell’economia genovese, avanzando l’ipotesi di “possibili licenziamenti” per delle “riorganizzazioni” delle aziende ma non come “qualcuno la definisce una macelleria sociale”.
Di opinione completamente diversa la Cgil che parla di “Caporetto del lavoro”. “Ho letto con stupore – dichiara Igor Magni, Segretario Generale Cgil Genova – le dichiarazioni del Presidente di Confindustria Genova sulla necessità di interrompere il blocco dei licenziamenti fissato al 31 marzo.
E’ la stessa Confindustria ad aver illustrato una situazione economica in pesante affanno con diverse luci e molte ombre. Cgil conosce sin troppo bene gli effetti delle riorganizzazioni aziendali prospettate dal Presidente Mondini, e ancor meglio le conoscono le migliaia di lavoratrici e lavoratori che in questi anni hanno pagato un prezzo pesantissimo alla crisi economica, ora peggiorata dalla pandemia e ai quali vanno date certezze per il futuro.
Per questi motivi Cgil individua nel blocco dei licenziamenti e nella cassa covid un argine a quella che può diventare una vera e propria Caporetto del lavoro.”
Anche Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria non è d’accordo con Confindustria Genova: “Noi diciamo che non è ancora il momento e che lo sblocco selettivo darebbe un segnale contraddittorio e ambiguo al paese ancora in piena pandemia e senza che se ne possano traguardare gli sviluppi né prevedere la fine”.