L’operaio era un dipendente civile della Marina Militare a La Spezia dal 1958 fino al pensionamento, nel 1994
Il Tribunale di Genova condanna il Ministero della Difesa al risarcimento di oltre 700 mila euro ai familiari di un ex dipendente civile della Marina Militare a La Spezia. Riconosciuta la misura anche a favore di un nipote.
Il dottor Alberto La Mantia, Giudice della Seconda Sezione Civile del Tribunale di Genova ha condannato il Ministero della Difesa al risarcimento del danno subito dai familiari di un dipendente civile dell’Arsenale della Marina Militare di La Spezia per oltre 700.000 euro.
E’ stata accolta anche la domanda a vantaggio di un nipote, come richiesto dall’avvocato Elisa Ferrarello dello Studio Legale Frisani di Firenze.
Il Tribunale di La Spezia aveva già precedentemente condannato il Ministero della Difesa, sullo “Iure hereditatis”, il risarcimento del danno subito da una vittima spettante ai congiunti, nel Giugno 2022.
Oggetto del giudizio del Tribunale di Genova, a completare la causa, è stata, quindi in questo mese di Luglio, la sfera degli affetti.
L’operaio era deceduto per effetto di un mesotelioma dovuto all’esposizione ad amianto, aveva svolto varie mansioni, in ambienti contaminati, senza alcun dispositivo di protezione, né informazioni sul rischio che correva. Con un periodo lavorativo dal 1958 fino al pensionamento, nel 1994.
Nel 2016, dopo aver patito gravi problemi di salute, gli era stato diagnosticato il tumore che lo avrebbe portato al decesso poco dopo.
Tra gli elementi determinanti l’ammontare del risarcimento, per la parte della vedova l’essere sposata da ben 62 anni, testimonianza dell’impatto profondo sulla sua quotidianità, derivante dalla perdita del marito.
I figli invece avevano accudito il padre all’insorgere della malattia, costretti a cambiare radicalmente stile di vita.
Il fatto poi che i nonni avessero seguito costantemente un nipote, ha convinto il giudice a coinvolgere nel risarcimento anche quest’ultimo.
Nonostante il Renam (Registro Nazionale dei mesoteliomi) e il COR (Centro Operativo Regionale) della Regione Liguria avessero definito “certa” l’esposizione professionale all’amianto e l’INAIL di La Spezia avesse appurato il nesso causale tra le mansioni svolte e la malattia, assegnando alla vedova una rendita, il Ministero della Difesa ha ritenuto di non dover concedere ai familiari il risarcimento dei danni non patrimoniali.
Commenta l’avvocato Elisa Ferrarello: “Il Giudice ha dato atto della prova da noi fornita, tramite i testi di La Spezia, della presenza di amianto e delle omissioni colpose da parte del datore di lavoro; delle certificazioni di riconoscimento di malattia legata all’amianto da parte del Cor della Asl di competenza ed ha accolto la nostra domanda. Vedremo se adesso il Ministero della Difesa appellerà la sentenza o se questa passerà in giudicato.”