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Moto e vele a Varazze nel nome di Giorgio Parodi

Moto e vele a Varazze nel nome di Giorgio Parodi
Moto e vele a Varazze nel nome di Giorgio Parodi

“Là dove si forma il vento, lì faremo le nostre vele”, disse l’eroe del volo Giorgio Parodi, cui è intitolata ala scuola di volo dell’Aero Club di Genova.

Idea sempre attuale e che sarà il motivo conduttore dell’evento GP Days di sabato e domenica prossima a Varazze, quando Comune e Associazione Giorgio Parodi presenteranno un simpatico ed intenso programma che inizierà sabato sera con il racconto dei discendenti di un gruppo di giovani amici che, accomunati dalla passione per la motoristica, furono interpreti a inizio ‘900 a Varazze di coraggiose iniziative di innovazione e di impresa nei settori degli idrovolanti, della nautica e delle motociclette. 

Quindi sette note superstar con il concerto di Danilo Luce, che eseguirà canzoni italiane rimaste nella storia.

Domenica infine ritrovo dei centauri (Parodi fu fondatore di Moto Guzzi) provenienti da ogni parte d’Italia con moto nuove e d’epoca, mentre per onorare il pilota Parodi ci sarà addirittura un affascinante arrivo di idrovolanti che sorvoleranno il litorale.

In parallelo il programma prevede una mostra fotografica sulla storia industriale di Varazze.

“È un vero piacere ospitare nella nostra città questa edizione speciale di GP Days – commenta Luigi Pierfederici, sindaco di Varazze – La storia della nostra città si arricchisce di portavalori inediti e di legami ancora sconosciuti tra alcuni dei personaggi più importanti degli inizi del secolo scorso, che pongono alla loro tenacia alla profonda amicizia che li legava, dando vita ad imprese e sfide incredibili per l’epoca”.

E ricorda il varazzino Simone Canepa, pioniere ed avventuriero dell’epoca che già onorò il nome di Varazze con la spedizione del Duca degli Abruzzi al Polo Nord.

Mentre Elena Bagnasco presidente dell’Associazione Giorgio Parodi e nipote dell’aviatore e motociclista osserva che “i GP Days sono un’occasione per far rivivere al nostro presente le bellezze del saper fare italiano, in questo caso quello varazzino, attraverso il ricordo dell’amicizia, della passione e della visione di un gruppo di giovani indigeni varazzini”. Dino Frambati

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