È stato uno dei campionati del motomondiale meno combattuti di sempre. Forse non si assisteva ad un tale dominio dai tempo del primo Valentino Rossi sulla Honda, quando a competere con lui c’era Gibernau e poco altro. Non che oggi la concorrenza a Marc Marquez manchi, ma la sensazione è che il binomio composto da lui e la Honda HRC sia praticamente perfetto oltre che indissolubile, destinato forse a proseguire ancora per diversi anni. E forse questa è la cosa che più desta preoccupazione, immaginare altri anni come questo, dove c’è un padrone assoluto in gara e di conseguenza nell’arco di tutto il campionato.
È clamoroso pensare come siamo a settembre ancora e allo spagnolo sia sufficiente nel prossimo Gran Premio fare appena due punti più di Dovizioso per laurearsi nuovamente campione del mondo. Il fenomeno di Cervera parte come favorito assoluto nelle quote della MotoGp anche in Thailandia, in quella che potenzialmente sarà la gara del suo ottavo titolo.
Un campionato senza storia, solo per un attimo fugace è sembrato aperto, con Dovi che con la sua Ducati faceva una prima parte di stagione incoraggiante, per poi timbrare qualche zero di troppo in casella. Da quel momento, nessuno ha saputo tenere il passo dell’iberico: si sono alternati con fortune varie Riins, Rossi e persino Petrucci, senza mai però trovare quella costanza necessaria per contrastare il centauro spagnolo.
Alla distanza sono emersi il talento cristallino di Quartararo, sorpresa assoluta della stagione, e Vinales: quest’ultimo, risolvesse gli ultimi problemi con la Yamaha, potrebbe essere il principale rivale di Marc il prossimo anno. Il diavolo francese, giovane e talentuoso, soprattutto al sabato in qualifica si è dimostrato assolutamente in grado di mettere i bastoni fra le ruote di Marquez, salvo poi in gara calare alla lunga distanza: le prospettive e il talento però sono dalla sua e avrà modo di emergere e dar fastidio al dominio di Marc.
Chi ha deluso è Dovizioso e la Ducati, dopo due anni ai massimi livelli. Qualche lampo, come nella pista favorevole di Austria, ma poco altro: vero, il secondo posto è totalmente blindato, ma troppo poco per la casa di Borgo Panigale e per il forlinese, che ancora una volta fallisce il tentativo di tener aperto un campionato morto in partenza. Non ha potuto contare su di un compagno di squadra all’altezza e che potesse essere d’intralcio a Marquez, se non nella sporadica occasione del Mugello: da quel lampo Petrucci è sparito, navigando sempre più spesso nelle retrovie della classifica.
La grande delusione è quella che arriva da Rossi. In Argentina ha sfiorato la vittoria, poi solo un altro podio ed una sesta posizione in classifica amara ed avara di emozioni. Un calo nelle seconde parti di gara che diventa un film già visto, le prospettive non sembrano migliori e il confronto col compagno Vinales destano preoccupazione circa l’efficienza al manubrio del pesarese.
Ultima nota dolente, Lorenzo: vederlo lì navigare per non essere l’ultimo della banda fa veramente tristezza per un pluri campione del mondo. Cosa riserverà il futuro al maiorchino?