Vietare spazi pubblici a formazioni di destra per riaffermare i valori dell’antifascismo? E’ illegittimo perché la Costituzione non lo consente e sarebbe discriminatorio. Parola di Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di Diritto pubblico comparato all’Università di Genova e alla Bocconi di Milano.
Dopo che l’ex vicepresidente di Regione Liguria Gianni Plinio (CasaPound) ieri è intervenuto sulla mozione che sarà discussa oggi a Tursi bollando l’iniziativa della sinistra come “roba da Corea del Nord” e dopo che il sindaco Marco Bucci ha spiegato di voler presentare un’altra mozione che “allarga” il divieto a tutti quelli che si esprimono al di fuori della legge, ecco un altro parere (tecnico-giuridico) sull’intollerante e antidemocratica proposta del Pd e della Lista Crivello a Tursi.
A raccogliere l’autorevole punto di vista del prof. genovese è stato il bravo giornalista Odoardo Scaletti, che sul suo quotidiano online “BJ Liguria Business Journal” offre ai lettori interessanti servizi di approfondimento nel settore politico-economico della nostra regione.
“La proposta di Pd e Lista Crivello appare ispirata da motivazioni politiche, ma priva di fondamento giuridico – ha dichiarato il prof. Cuocolo a Liguria Business Journal – sarebbe illegittimo in quanto discriminatorio vietare spazi e locali pubblici, limitare il diritto di associazione, di riunione e di espressione del proprio pensiero a determinate formazioni.
In questo caso si tratta di formazioni definite di ‘ultradestra’ ma lo stesso varrebbe se fossero di ‘ultrasinistra’ o di carattere religioso. Non si potrebbe, per esempio, negare spazi a determinate organizzazioni perché definite ‘estremiste islamiche’ o ‘islamiste’.
Si potrebbe, per esempio, vietare la promozione di espressioni discriminatorie nei confronti della donna e di altre espressioni contrarie alla legge e intervenire ma non impedire a priori a una formazione di esprimere in generale il proprio pensiero. Un Comune può adottare un proprio regolamento ma non lo può fare in modo discriminatorio.
Proprio anche in seguito all’esperienza del periodo fascista, la nostra Costituzione è attentissima a garantire a tutti la libertà di manifestare il proprio pensiero.
L’articolo 18 garantisce la libertà di associazione per fini non vietati dalla legge penale, l’articolo 17 quella di riunione, sempre nel rispetto della legge.
CasaPound, come ogni altra formazione politica, è libera di esistere e di manifestare le proprie opinioni finché non commette fatti contro la legge penale. Se lo fa esistono le leggi e gli istituti per intervenire”.