Accade tutti i giorni di camminare per strada in mezzo a sconosciuti. E di percepire, dedurre da sguardi estranei un’affinità, una corrispondenza d’interesse: anche se, per mancanza di intraprendenza o per sovraccarico di pensieri, solo di rado tali immaginarie corrispondenze riescono ad avere un seguito.
Una condizione che, in qualche modo, richiama il testo della canzone “Le passanti” di De André (e di Brassens), laddove é invece il “social”, oggidì, il principale animatore di incontri, il luogo prescelto per avances fascinatorie.
Poco importa se gli individui non sempre corrispondono alle qualità che mettono in vetrina: sappiamo bene che le persone “interessanti”, in quanto tali, non si trovano ad ogni angolo di strada: appartengono ad una razza in via di estinzione, come i dinosauri. Pensare di trovarne ad ogni passo è solo generoso esercizio di fantasia.
Nella spasmodica promiscuità del mondo virtuale, la intima consapevolezza di tale insussistenza di contenuti oltre l’immagine può costituisce comunque richiamo, poiché l’apparenza viene integrata con una idealizzazione pari alle personali insicurezze e ai personali bisogni.
L’ “aspetto estetico”, unica qualità umana visivamente apprezzabile, assume un ruolo chiave, giacché l’occhio ne è fortemente implicato ed il cuore trascinato.
Non per niente, in tal senso, la cura personale può tendere ad una vera e propria ossessione, risaputa la sua funzione simbolica risolutiva nella ricerca di un partner, sia nel mondo reale che virtuale.
Tuttavia, la narrazione si concentra sul tipo di attrazione che l’immagine sortisce a livello social, la cui misura si sviluppa per mezzo di scenografie ad ampio spettro seduttivo, maschile e femminile, secondo rispettivi modelli e contesti.
Dalla premessa, pare assumere ben poca rilevanza, rispetto all’immagine d’esordio, il “modo” con cui il soggetto si rappresenta, anche quando diverge sostanzialmente dalle premesse.
Sia come sia, quando il senso della vista si accaparra l’idea seduttiva dell’altro e se ne convince, è difficile che receda dall’ inebriante suscitamento.
In buona conclusione, il criterio con cui le persone si abbinano rivela, di fatto, una loro precisa affinità. E la conoscenza sentimentale via social pare ri-trovare la strada di casa nell’inesorabile direzione del “dimmi come cerchi e ti dirò chi trovi”.
Massimiliano Barbin Bertorelli