Che il valore di una singola circostanza possa “connettere”, non solo virtualmente, individui e realtà, anche tra loro non contigue, rende adeguatamente la mia idea in materia di socialità, di cultura, di esperienza.
Tuttavia, non sussiste “circostanza” che, per inverarsi, non abbia esigenza, previo il suo riconoscimento, del vitalismo tipico dell’animo umano, che progetta, accanto a viaggi interstellari, anche taluni viaggi, sebbene più prossimi, non meno entusiasmanti.
Tale concetto di “viaggio” è ben identificabile in tutto ciò che realizza un “ponte dialogico” tra individui e tra individuo ed ambiente, in specie quando i soggetti se ne pongono in attento e curioso ascolto.
Per realizzare tale viaggio (accessibile anche ai pigri), è sufficiente spostare minimamente il centro in cui mediamente collochiamo la punta del nostro compasso; quantomeno imprimere una minima estensione al suo raggio, per importare all’interno nuovi elementi e nuovi ambiti in cui e con cui inter-agire nella nuova circonferenza così delineata.
Innovato il “raggio di relazione” ed avanzato il punto di vedetta, si intercettano altri e differenti modi di interpretare l’esistenza, la cui frequentazione può concederci momenti gratificanti ed utili (nella misura in cui oggi il concetto di utile tende a divenire superfluo).
In termini concreti, si é rivelata un vero privilegio l’idea di soggiornare nell’oasi pacificante del Seminario vescovile di Bedonia, in provincia di Parma, un territorio cui sono affettivamente legato, per motivi elettivi prima ancora che anagrafici.
Detto fatto, é nel Seminario, tra i suoi camminamenti, nel suo ampio parco attrezzato circostante, nel fruire delle sue due biblioteche ottimamente fornite, una classica ed una moderna, della sua Pinacoteca, del suo Museo di Storia Naturale, dei suoi spazi di convivialità e della sua capacità di accoglienza, che ho mutuato riflessioni, letture e nuove interessanti conoscenze.
E’ nel cogliere l’opportunità di ammirare, tra i tanti dipinti esposti, “L’offerta ad Esculapio” di Teresa Muratori e “La caduta di Cristo sotto la Croce” di Ludovico Carracci, nonché le opere di Romeo Musa, artista polivalente dal realismo rurale e sociale, raccolte in un apposito ambito museale, che mi sono regalato una “restitutio ad integrum”: quella atavica condizione che rende l’essere umano affine al suo presente.
In buona sostanza, tra i luoghi pacificanti in cui l’individuo può reimpossessarsi dei propri pensieri, deve trovarvi menzione il Seminario di Bedonia.
Massimiliano Barbin Bertorelli