Per associazione di idee, il titolo, tratto da una nota canzone di Mogol-Battisti, mi induce a rilevare un forte legame qualitativo tra pensieri e parole, tra idee e struttura del linguaggio.
In buona sostanza, è sostenibile che, in qualsivoglia circostanza, ignorare (etim.: non conoscere) limiti il giudizio, ne induca elementarità; e che una scadente struttura linguistica inferisca negativamente nell’organizzazione sistemica e concettuale del pensiero.
A tal proposito, il letargo in cui siamo caduti, il drastico allontanamento da un antico ideale di adeguatezza culturale, esclude per automatismo ogni sistematico intento di condivisione ed ogni volontà di comprensione.
E’ innegabile, a mio avviso, che in assenza di tale attività “speculativa” si disponga, per atrofia, un progressivo inaridimento e drastico impoverimento del linguaggio, con conseguente depauperamento della qualità riflessiva.
Non si pensi (ma anche si, se non altro per esercizio del libero arbitrio) ad una forma di critica irriverente verso chi, ignaro della “beltà” della nostra parola e del nostro linguaggio, nel tempo, non ne abbia fatto traguardo né tratto valore (ingenua e comoda prassi è far discendere il livello di pensiero dal livello di scolarità).
In verità, vi è una ben identificabile combinazione di fattori e di elementi che sancisce ed inibisce la stretta parentela tra condizione grammaticale e sintesi di ragionamento.
Tale eretica condizione esita nell’uomo la stanzialità e l’arroccamento, nel suo inespugnabile convincimento di inessenzialità del dialogo.
Orbene, non voglio credere, citando incautamente Chomsky, che esista una “predisposizione biochimica innata allo sviluppo del linguaggio”, una “differenza elettiva” tra individui.
Voglio credere, invece, che ciascuno, col tempo, sia in grado di apprezzare il valore del linguaggio e l’esito nel proprio pensiero. E che svilupparlo, vieppiù in presenza di questa epopea pseudo-positivista, ci faccia sentire sempre in buona compagnia.
Anche quando siamo soli.
Massimiliano Barbin Bertorelli