AGRIGENTO 5 LUG La nave Alex dell’ong Mediterranea, imbarcazione a vela lunga 18 metri, è arrivata a 12 miglia da Lampedusa dopo essersi allontanata ieri alle 16 dalla zona SAR libica. “Abbiamo chiesto a Roma l’assegnazione urgente di Lampedusa come porto sicuro più vicino di sbarco per le 54 persone salvate a bordo” – lancia l’appello la ong Mediterranea Saving Humans.
54 migranti, perlopiu’ da Camerun e Costa d’Avorio, intercettati dalla Alex su un gommone nel mare della SAR libica sono stati e caricati a bordo della barca a vela. Tallonata. inseguita da una motovedetta libica a lungo prima di abbandonare la caccia.
La risposta del Ministro dell’Interno Salvini è stata subito netta: “Se la ong Mediterranea ha davvero a cuore la salvezza degli immigrati allora ora nave Alex faccia rotta nel porto sicuro più vicino, che è in Tunisia rispetto a Lampedusa”.
Nelle stesse ore l’unità della Guardia di Finanza, V 800, la stessa che era stata danneggiata la notte del 29 giugno scorso dalla Sea Watch 3 nel corso della spericolata manovra di attracco della capitana Rackete alla banchina dopo avere ignorato l’alt delle forze dell’ordine, ha portato in salvo a Lampedusa, unitamente ad una motovedetta della Guardia Costiera, 55 migranti, trovati a due miglia dall’isola su un barcone. Testimone delle operazioni l’ex Sindaco Giusi Nicolini: “Per me sono benvenuti tutti”
Tutto comincia nel primo pomeriggio di ieri. La barca a vela Alex di Mediterranea, in missione di osservazione nella zona SAR libica, prima individua un gommone “fantasma” forse reduce da un naufragio e dei cui eventuali occupanti nulla si sa.
Poco dopo, all’altezza delle piattaforme petrolifere off-shore, c’è un’altra imbarcazione con 54 persone a bordo. La ong Mediterranea chiama la sala operativa della Guardia Costiera di Roma chiedendo indicazioni. La risposta è netta: lasciate l’intervento alle motovedette libiche.
La Alex, 18 metri a vela, non è in grado e soprattutto non è strutturata per prendere a bordo decine di migranti. Ma i volontari decidono di caricare a bordo i naufraghi. Uno a uno, con i loro giubbotti salvagente, aiutati dagli 11 membri dell’equipaggio, vengono fatti salire sulla barca dove un sanitario li sta visitando. La Alex viene tallonata da una motovedetta libica che li insegue per un pugno di miglia prima di mollare.
Poco prima del soccorso in mare dei naufraghi, la nave di Mediterranea aveva segnalato il relitto, sulla pagina Facebook: “Siamo in pattugliamento insieme ad Open Arms in sar libica, cioè la zona in cui la responsabilità di intervento in caso di naufragio sarebbe della cosiddetta “guardia costiera libica”. Il nostro faro è come sempre il rispetto dei diritti umani. Nel corso del nostro pattugliamento abbiamo incontrato il relitto di un gommone. Quasi sicuramente un naufragio. Quanti morti non lo sapremo mai. Un relitto di un “rubber boat” semiaffondato con tanto di motore. Nessuna indicazione di rescue completato. Senza testimoni” – scrive la ong. Poco dopo il soccorso ai 54 naufraghi.
Poi comincia il viaggio verso Lampedusa di nuovo in fibrillazione per capire il prossimo, imminente dipanarsi dell’ennesimo braccio di ferro.
Marcello Di Meglio