Sabato sera ai parchi di Nervi, Eleonora Abbagnato, supportata da un cast d’eccellenze, ha ripetuto con “Giulietta” il successo ottenuto nel 2020 con “Love”, trattando sempre temi legati all’amore.
La performance di Eleonora è stata degna delle attese, superlativa.
La nostra danzatrice, formatasi come ballerina classica, è un magnifico esempio di come il talento e l’esercizio costante riescano, dal punto di vita tecnico, a sfiorare l’impossibile. Dal punto di vista artistico l’esibizione è stata ancora una contaminatio tra il classico e quell’apprezzabile gusto moderno che tende alla danza “recitata”, per cui le emozioni sono espresse in maniera più incisiva e concitata, dove la voglia di vivere si esprime e si libera in tutta la sua pienezza. Stupore del pubblico per la perfetta figura della spaccata verso il cielo (invece che verso terra).
Insieme alla nostra ballerina esordiva sul palco la figlia decenne Julia Balzaretti, debuttante più o meno alla stessa età della madre, che ha dimostrato di aver già acquisito tecnica e disinvoltura necessarie per affrontare il palcoscenico.
Il tema dell’amore è stato svolto non come una storia continuata ma come un insieme di aspetti di questo sentimento, rivolti all’invito verso la qualità e il coraggio di vivere l’amore, comunque si presenti.
Pagine in musica ispirate alla tragedia shakespeariana sono state eseguite sul palco e dal vivo da due pianisti, Marcos Madrigal e Alessandro Stella, integrati nell’azione con i danzatori.
Lo spunto è come avrebbe raccontato l’amore Shakespeare, se fosse vissuto nel 2022.
Ma solo nell’ultima bella coreografia si inquadra la vicenda di Giulietta e Romeo così come concepita dal nostro Bardo: poichè lo spettacolo propone una Giulietta non tanto personaggio quanto simbolo del rapporto amoroso.
Apre la serata un tema non usuale, o talvolta trattato con un certo imbarazzo, l’amore tra un lui ed una lei di età diverse: stavolta il più giovane è lui e questa è già una novità in quanto questo tipo d’amore tende ad essere accettato o favorito quando il più grande (ma perché non si dice correttamente “il più anziano”?) è l’uomo.
Un pezzo davvero romantico e riuscito, con Michele Satriano, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, nella parte maschile, dove il fumo sparso che a tratti riempie il palcoscenico accompagna le evoluzioni ardite dei ballerini quasi a rendere più accentuata la gioia e lo stupore di vedersi assieme. La coreografia è di grande intensità, firmata dal coreografo tedesco scomparso Scholz: la passione tra un seminarista e la sua matura amante.
Segue Rainbow, balletto di Giorgio Mancini, che parla d’amore tra persone dello stesso sesso, ma, a percezione della scrivente, i bei costumi con i colori dell’arcobaleno e i molti Romeo ed una Giulietta paiono voler rappresentare tutte le sfumature dei temperamenti umani inseriti e riversati nell’amore che questo sentimento riesce ad far nascere, ad esprimere, a ravvivare.
E finalmente ecco la Giulietta di Shakespeare; i coreografi Sasha Riva e Simone Repele, in scena in veste di Romeo e un amico immaginario, sull’ouverture di Petr Cajkovskij, presentano una Giulietta bambina che sogna ad occhi aperti di essere adulta con accanto il suo innamorato dai caratteri contemporanei e dialoga con una Giulietta cresciuta e il suo Romeo. La favola del Bardo si avvicina ad una possibile realtà che porti non rivalità ma messaggi di pace. Una bianca bicicletta scandisce il tempo. Imperdibili le evoluzioni della Giulietta bambina e di quella adulta che danzano insieme al loro Romeo, simili come lo possono essere madre e figlia.
«La danza è un’eccellenza della cultura italiana riconosciuta in tutto il mondo» sostiene Abbagnato. Perché la danza comunica, insegna, dipinge la società e può migliorarla. «Per questo va tutelata – continua- perché la danza non è destinata a morire: andrà sempre avanti, come l’opera, come la letteratura, come la pittura e qualunque altra arte. Quest’anno è stato aperto un tavolo permanente del settore presso la direzione generale Spettacolo del Mic, con il compito di approfondire le tematiche e le problematiche della danza in Italia e per formulare proposte in materia.» ELISA PRATO