“Spiace constatare che le minoranze in Regione Liguria, sulla chiusura di Alisa, siano diventate ormai un disco rotto. La posizione che il centrodestra, con grande compattezza, ha tenuto in campagna elettorale sul riassetto dell‘Azienda Sanitaria ligure resta la stessa e in giunta regionale siamo già tutti concordi sulla necessità di adattare Alisa ai sopraggiunti cambiamenti nel mondo sanitario”.
Lo ha dichiarato oggi l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò (FdI) in merito alla mozione presentata da Pd, AVS, M5S e Lista Orlando oer chiedere la chiusura di Alisa.
“Risulta evidente – ha aggiunto Nicolò – che già dai primi giorni della nuova amministrazione regionale guidata dal presidente Bucci e con l’insediamento del nuovo direttore generale dell’Area Salute e Servizi Sociali Paolo Bordon, si sia pensato ad una riformulazione del sistema di governo della sanità partendo da un’analisi di quanto è stato prodotto in questi anni e di quanto accaduto nel periodo pandemico.
In questa valutazione va considerato che la Liguria risulta essere la regione più anziana d’Europa, con un territorio di prossimità non sempre facile da raggiungere, per il quale va garantito un sistema sanitario efficiente e che in alcuni mesi dell’anno ha una presenza turistica importante che porta a dover rivedere anche l’offerta dei servizi.
Tutto, quindi, va ripensato non solo analizzando Alisa o altre singoli funzioni di governance, ma la complessità del sistema.
Questo è il lavoro che Regione Liguria sta portando avanti e che nei prossimi mesi porterà ad una nuova proposta di assetto garantendo la sostenibilità del sistema con un’agenzia regionale in grado di affrontare i temi statistici epidemiologici e di programmazione strategica. I particolari di questa trasformazione che richiede, come il buon senso insegna, un tempo ragionevole per la sua elaborazione, saranno comunicati nei modi e nei tempi opportuni, ma la linea politica è chiara.
Ricordo che Alisa è sorta nel 2016 con una legge istitutiva ed è nata proprio dalla necessità di riorganizzare e uniformare le attività degli ospedali e le Asl del servizio sanitario regionale al fine di garantire l’equità di accesso ai servizi e alle prestazioni da parte di tutti i liguri dopo che la sinistra aveva lasciato in eredità una sanità pubblica in grande sofferenza e con un importante buco di bilancio che i liguri stanno ancora pagando”.