“Giù le mani dal nostro mare”, “Chi non salta Golar Tundra è”, e urla di “buffone” nei confronti del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
La protesta contro l’installazione della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo di Vado Ligure si è fatta sentire forte oggi pomeriggio, sotto la sede della Provincia di Savona, dove era in corso un incontro tra i vertici della la struttura commissariale, compresi i referenti di Snam e Rina, e i sindaci dei Comuni direttamente coinvolti nel progetto.
All’incontro, il primo sul territorio savonese, ha partecipato anche il governatore ligure e commissario Giovanni Toti.
Fischietti, cori e striscioni, la protesta di centinaia di manifestanti è rimasta pacifica, ma molto veemente.
La manifestazione di oggi è l’ultima di una serie, tra cortei di piazza, la catena umana in spiaggia e la più recente “Save the island” di domenica scorsa.
“La contestazione all’arrivo di Toti è stata fortissima da parte di donne e uomini che non vogliono che questa provincia diventi il serbatoio di tutte le servitù industriali di questa regione – ha spiegato il capogruppo regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa) – una contestazione civile, ma decisa perché la città e il territorio di Savona non vogliono diventare solo il posto che prende servitù che altre regioni non prendono.
Non c’è nessun motivo tecnico per lo spostamento della Golar Tundra da Piombino a Savona, sono solo motivi politici”.
In piazza pure il consigliere regionale del Pd Roberto Arboscello: “Anche oggi un mare di persone a protestare contro la scelta scellerata di un presidente che pensa solo al suo tornaconto politico e agli interessi del governo calpestando il volere di un intero territorio. Cittadini, associazioni, impresi e amministratori locali non sanno più come spiegarlo.
Il rigassificatore a Savona e Vado Ligure non può stare: per vari motivi ambientali sanitari ed economici. Trasferirlo qui vuol dire entrare in contrasto con la vocazione di questo territorio”.