Sono tre i principali fronti di protesta contro l’introduzione dell’obbligo di Green pass per i lavoratori che si sono aperti stamattina a Genova.
I primi due, all’alba, sono scattati davanti ai varchi portuali del Terminal Psa a Pra’ e di ponte Etiopia a Sampierdarena: presidi pacifici, sebbene con alcuni attimi di tensione, che al momento non hanno comportato il blocco delle banchine, ma solo deviazioni al traffico in entrata per quanto riguarda il porto vecchio.
La protesta dei lavoratori portuali ha l’appoggio dell’Usb che, tuttavia, per ragioni sindacali, non ha potuto proclamare lo sciopero per oggi, rimandandolo al 25 e 26 ottobre.
Per prendere inequivocabilmente distanza dai fatti di Roma, davanti al varco Etiopia è stato srotolato lo striscione: “No green pass, no fascisti”.
Ieri 68 lavoratori del Terminal Psa hanno inviato una diffida all’azienda contro l’applicazione della normativa nazionale sul Green pass.
Il terzo fronte di protesta è quello del centro cittadino, con un centinaio di attivisti di “Libera Piazza Genova” che, dalle 8.30, si sono concentrati sotto il palazzo della Prefettura in via Roma.
Inoltre, alle 10.30 è scattato anche un presidio Ugl davanti alla sede Amt di via Bobbio.
Aggiornamento ore 11:30.
Una delegazione dei No green pass che sta protestando sotto la Prefettura di Genova sarà ricevuta dal prefetto. Intanto, è cresciuto il numero dei manifestanti che ora sfiora le trecento unità.
Tra bandiere della Cub e attivisti di “Libera Piazza Genova”, ci sono anche rappresentanti degli studenti universitari, dipendenti pubblici e lavoratori delle ferrovie. Alcuni coristi del Teatro Carlo Felice intonano l’inno di Mameli, cantato a squarciagola dalla piazza.
La protesta si sta dividendo in due tronconi, con un presidio che rimarrà sotto il palazzo del Governo e un altro gruppo che si sposterà in corteo per unirsi al blocco dei portuali davanti al varco Etiopia in porto.