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No sanzioni, sparisce il caro bollette: ungheresi felici e la UE s’arrabbia

Prof. genovese Paolo Becchi a Piazza Pulita su La7 (foto d'archivio)

C’è un leader in Europa che è amato dal suo popolo, che incarna lo spirito del suo popolo, che oggi viene bacchettato dal Parlamento dell’Unione Europea, perché non sarebbe democratico.

C’è più democrazia nel Parlamento ungherese che in quello europeo.

Qual è la colpa del primo ministro ungherese Viktor Orbàn? Quella di aver detto no alla guerra, no alle sanzioni e aver fatto contratti con Gazpron.

Orbàn ha fatto tutto questo nell’interesse del suo popolo.

È questo sarebbe antidemocratico? Non siamo, semmai, noi antidemocratici che sacrifichiamo i nostri popoli sull’altare di una guerra che si sta trasformando in un pericoloso conflitto tra russi e americani di cui noi europei stiamo pagando al momento il prezzo più alto ?

Ecco, Orbàn ha detto che non intende pagare quel prezzo.

Utilizzare poi in campagna elettorale Orbán contro Meloni e Salvini è da miserabili.

“Autocratica elettorale” è un non senso. C’è autocrazia dove non ci sono elezioni e dove ci sono elezioni non ci può essere autocrazia. E sfido chiunque a dire che le elezioni in Ungheria non si siano svolte democraticamente.

Piuttosto, ci sarebbe da chiedersi se la combinazione delle istituzioni europee corrisponda al modello democratico fondato sulla separazione dei poteri.

Con questa decisione è la UE ad assumere un tratto illiberale e autoritario contro uno stato membro.

Ricordiamoci che le nostre democrazie liberali hanno chiuso per mesi i cittadini a casa poi hanno imposto per determinate categorie di persone l’obbligo vaccinale e la sospensione dal lavoro per i recalcitranti e nessuno ha detto una parola. Paolo Becchi

(L’autore è professore ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Genova)