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Nomellini Viani e Levy protagonisti a Forte dei Marmi

Il noto scrittore e collezionista Armando D'Amaro ci ha spiegato i motivi per i quali vale la pena visitare la bella mostra al Forte Leopoldo I

Armando D'Amaro (Foto Daros)

SAVONA – Un gruppo di appassionati d’arte, giornalisti, fotografi, galleristi e collezionisti ingauni ha visitato (accompagnati da Armando D’Amaro) a Forte dei Marmi una bella mostra dedicata a quel magico momento che la Versilia visse a cavallo tra ‘800 e ‘900 ed in particolare a tre degli artisti che maggiormente rappresentarono quella stagione: Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e Moses Levy. A ospitare l’evento è lo stupendo Forte Leopoldo I che accoglie adeguatamente la mostra “Accadde in Versilia”, prodotta dalla Società di Belle Arti con il Comune di Forte dei Marmi e Fondazione Villa Bertelli. La mostra, che sta ottenendo un grande successo di pubblico e di critica, resterà aperta fino al 5 novembre.

“I quadri – spiega Armando D’Amaro, noto scrittore ed esperto d’arte- nel loro splendore ci fanno rivivere quel mondo di villeggianti, marinai, contadini, cavatori: mondi diversissimi ed affascinanti. Grande rilievo ha anche il paesaggio della Versilia che affascinò fra gli altri Puccinelli, Fontanesi, Signorini, Cabianca, Viner, Lear, Vedder, Skovgaard, Poingdestre, oltre ai tre garndi maestri a cui è dedicata la mostra: Lomellini, Viani e Levy”. “Accadde in Versilia”, che si avvale della curatela di Elisabetta Matteucci, Francesca Panconi e Claudia Fulgheri, cerca di focalizzare la propria indagine su questi tre protagonisti di quel periodo proponendone una accurata selezione di capolavori.

Plinio Nomellini, non solo Divisionista, ha orientato il proprio linguaggio verso sperimentazioni svariate che lo pongono fra i grandi maestri del suo periodo attuguo sia agli Impressionisti sia ai Simbolisti.

Lorenzo Viani, affascinato dall’ Impressionismo, descrivere il popolo di diseredati che abita la Versilia con drammaticità e rappresenta una testimonianza diretta della durezza della vita di quegli umili che comunque vivono nella speranza.

Moses Levy. Tunisino di nascita, scelse la Versilia come patria adottiva divenendo uno dei più amati, ammirati e convinti cantori di quella tarda “belle époque” rappresentando quel mondo in maniera del tutto opposta a come la ritrasse Viani. A cavallo fra il Futurismo e l’ Impressionismo è un autore non etichettabile.

Le opere, che coprono gli anni dal 1911 al 1938, offrono al visitatore la possibilità di ammirare quadri sorprendenti per originalità compositiva e forza evocativa, vere e proprie testimonianze poetiche di quei luoghi e di quel periodo che precedette la Seconda Guerra Mondiale. La mostra, che ha avuto il Patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Lucca, è aperta tutti i giorni dalle ore 17 alle 23. Il mercoledì soltanto dalle 10 alle ore 13.