Il 63enne era stato prima rianimato e poi intubato dai sanitari accorsi sul posto. Non è servito il trasporto disperato al pronto soccorso dell’ospedale San Martino dove è stato ricoverato e dove poi è morto a causa del grave trauma cranico riportato
Non ce l’ha fatta Massimo Salomone, l’uomo investito da un’auto il 5 gennaio mentre attraversava sulle strisce in via Linneo, a Rivarolo.
L’uomo stava attraversando la strada all’altezza delle strisce pedonali di fronte alla scuola della via quando l’auto lo ha travolto, probabilmente a causa della scarsa visibilità dovuta a buio e pioggia. Alla guida del veicolo c’era una donna che ora rischia di essere accusata di omicidio stradale.
Il 63enne, che lascia la moglie e due figli, era stato prima rianimato e poi intubato dai sanitari accorsi sul posto. Non è servito il trasporto disperato al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Martino dove è stato ricoverato e dove poi è morto a causa del grave trauma cranico riportato durante l’incidente.
Salomone era molto conosciuto a Genova in quanto fondatore e presidente della Croce Blu Castelletto ma anche della Virtus Seagulls Genova dove faceva l’allenatore. Tanti i messaggi di cordoglio sui social in ricordo del 63enne, ex poliziotto in pensione. Salomone era stato imputato, ma assolto, per le violenze e torture nella caserma di Bolzaneto durante il G8 2001. Al tempo era un sottufficiale della polizia.
“Una notizia che mai avremmo voluto dare: questa mattina ci ha lasciati Massimo Salomone” – scrive la Pallacanestro Sestri sui social. “Una persona speciale, alla mano, leale e grande appassionato di basket, uno degli autori e uno dei più grandi sostenitori del percorso di collaborazione con la Pallacanestro Sestri che ha dato vita ai Virtus Seagulls Genova.
Un allenatore che aveva una dedizione immensa nei confronti dei suoi ragazzi, in particolare con il gruppo U14 che allenava durante questa stagione, sempre come Virtus Seagulls Genova. Non possiamo fare altro che ringraziarlo e continuare a lavorare per mantenerne vivo il ricordo”.
Marcello Di Meglio