“La politica rimanga fuori dai consultori”.
La vicepresidente e assessora alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale oggi ha commentato così l’iniziativa sui consultori in programma domani in Piazza Matteotti dal collettivo “Non una di meno” e sostenuta anche dal Partito Democratico “la cui unica preoccupazione è ‘non un primario in meno’”.
“Ritengo sia vergognoso – ha aggiunto la vicepresidente Viale – fare allarmismo e disinformazione su questi temi così delicati e importanti. Mi chiedo anche con quale coerenza una realtà che in passato ha organizzato cortei pro aborto o a favore del matrimonio omosessuale, oggi scenda in piazza per difendere i consultori, luoghi per eccellenza a tutela e sostegno della salute materno infantile, della famiglia, delle adozioni, dell’accompagnamento alla genitorialità.
L’obiettivo della riorganizzazione in corso è potenziare i consultori, restituendo centralità a queste strutture territoriali imprescindibili, ma oggi affidati esclusivamente alla buona volontà e alle capacità dei professionisti del settore.
Sappiamo che la qualità dei servizi consultoriali è rappresentata dalla capacità di una presa in carico globale della persona attraverso la presenza di equipe multi professionali ma oggi oltre il 70% delle prestazioni erogate dai Consultori sono occasionali e realizzate da un solo operatore e meno del 5% dei cittadini viene preso in carico da team multidisciplinari. Questi dati sono il frutto di anni di mancato coordinamento nell’ambito dei servizi consultoriali, erogati in modo non omogeneo sul territorio.
Il nuovo modello di Consultori che vogliamo realizzare garantirà su tutto il territorio ligure risposte più adeguate, con la presa in carico dei bisogni da parte di team di professionisti.
Inoltre, grazie a questa riorganizzazione, il servizio di neuropsichiatria infantile, oggi costituito solo da professionisti variamente distribuiti nei Distretti senza alcun coordinamento specifico, diventa una vera struttura, con tutte le prerogative per governare il percorso dei piccoli pazienti, assicurando anche la continuità assistenziale nel passaggio all’età adulta e superando così un grave vulnus dell’attuale organizzazione.
In questo modo la Liguria si mette al passo di altre Regioni tra cui Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, che hanno adottato analogo modello organizzativo da oltre 20 anni”.