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Nordafricano protagonista di altra aggressione, ma era stato lasciato libero

Rivarolo, capotreno accoltellato da nordafricani: in codice rosso al Villa Scassi
Stazione di Genova Rivarolo, il capotreno accoltellato dal 21enne nordafricano

Capotreno aggredito alla stazione di Genova Rivarolo da coppia di giovani nordafricani perché aveva chiesto il biglietto. il 21enne egiziano che ha accoltellato il ferroviere di 44 anni, aveva già aggredito un passeggero su un altro treno regionale.

La novità emerge nell’ordinanza con cui la gip Camilla Repetto, che su richiesta della pm Sabrina Monteverde, ha convalidato l’arresto del giovane straniero, applicando ieri la misura cautelare in carcere.

Come già anticipato sono il pericolo di reiterazione del reato e quello di fuga.

Per quanto riguarda il primo dei motivi, nell’ordinanza, tra le altre cose, viene riportato un episodio del 25 giugno 2023, quando il nordafricano aveva causato lesioni ai danni di un passeggero a bordo di un treno ed era stato denunciato, ma era stato lasciato libero.

Nel luglio 2023, era stato colpito soltanto da un ordine di allontanamento del Questore di Genova e respingimento alla frontiera: provvedimenti sospesi perché nel frattempo il giovane straniero aveva presentato domanda di protezione internazionale (tuttora è in attesa dell’esito).

Per la gip, quindi, la violenza nei confronti del capotreno non sarebbe quindi un caso isolato, ma il 21enne sarebbe una persona “avvezza a questo genere di comportamenti”, motivo per cui sarebbe rischioso lasciarlo in libertà perché “con ogni probabilità, potrebbe reiterare la medesima condotta anche su altri treni o ulteriori mezzi di trasporto”.

Secondo la gip, il 21enne, che ha dichiarato di essere un barbiere ma che non risulta avere un contratto di lavoro “non ha alcuna attività lavorativa regolare in Italia” e “non disponendo di denaro certo non si farebbe alcuna remora a ripetere azioni violente pur di evitare di pagare i mezzi di trasporto di cui pretende di usufruire gratuitamente”.

Secondo la giudice genovese, se lasciato in libertà, “potrebbe fare perdere le sue tracce”.

Il giovane è quindi, secondo la giudice, pericoloso dal punto di vista criminale e sociale e incapace di autocontrollo.

Un altro particolare che emerge dall’ordinanza di convalida dell’arresto, è il tentativo del nordafricano di nascondere il coltello a serramanico, ancora sporco di sangue, con cui aveva colpito il capotreno, nella manica della felpa che indossava.

Tracce di sangue sono state trovate inoltre nei pantaloni e nella borsa della 16enne, anche lei di origine nordafricana ma che ha ottenuto la cittadinanza italiana, che era in sua compagnia e che per prima avrebbe aggredito il capotreno con calci e sputi. La minorenne è stata pertanto denunciata, anche lunedì scorso se è stata subito liberata dopo essere stata acchiappata dai carabinieri insieme al 21enne nei pressi della stazione di Genova Rivarolo.

Il 21enne, durante l’interrogatorio di convalida, ha detto che il coltello lo aveva preso dalla borsa della ragazza, volendo in sostanza far intendere che non girava con la lama per strada.

C’è poi la questione del piccolo manganello tascabile, che il capotreno aveva acquistato per autodifesa a seguito di precedenti aggressioni.

Secondo quanto emerso dall’ordinanza della gip, avrebbe le dimensioni di una penna da chiuso, e una volta aperto si allungherebbe fino a 20 centimetri.

Il capotreno ha spiegato che lo aveva estratto dalla tasca e mostrato per deterrente sperando che i nordafricani si calmassero e ha riferito di non averlo mai nemmeno allungato, così come hanno confermato alcuni testimoni che nemmeno si erano accorti dell’oggetto in mano al capotreno.

Non avendolo mai usato, è stato colpito più volte con la lama (quattro) ed è stramazzato a terra in un lago di sangue.

Il 21enne, però, in una sorta di invocazione di “legittima difesa” ha dichiarato che sarebbe stato colpito con il piccolo manganello e poi ha preso la lama dalla borsetta della 16enne e ha accoltellato il capotreno.

Tuttavia, non risulta che il giovane straniero abbia riportato la benché minima ferita da colpi di manganello, né che in tal senso sia stato medicato in ospedale o nell’infermeria del carcere di Marassi, dove si trova rinchiuso.

Come riportato nell’ordinanza della gip, inoltre, il nordafricano ha cambiato più volte versione.

Nella prima avrebbe detto che il capotreno lo avrebbe spinto, prendendolo per la maglietta per farlo scendere dal treno, anche se lui voleva effettivamente scendere. A quel punto la 16enne nordafricana avrebbe insultato il capotreno, che per tutta risposta avrebbe tirato fuori il manganello, colpendo il 21enne egiziano, dopo che questi si era messo faccia a faccia con il 44enne nel tentativo di difendere l’amica che a quel punto avrebbe preso il coltello dalla borsa, passandolo al 21enne.

Questa versione è stata duramente contestata dalla pm Sabrina Monteverde.

Nella seconda il giovane avrebbe quindi ammesso che non aveva intenzione di scendere dal treno e che la 16enne aveva colpito il capotreno per prima.