Giampedrone: Non sono a conoscenza di nessun procedimento a mio carico
L’ex governatore della Liguria Giovanni Toti torna sotto i riflettori giudiziari: la Procura della Spezia ha aperto un nuovo fascicolo che lo vede indagato, insieme all’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone, per truffa ai danni dello Stato.
Le accuse della Procura
L’inchiesta nasce in parallelo a quella che, un anno fa, aveva portato Toti agli arresti domiciliari per corruzione. Secondo gli inquirenti, al centro del caso c’è un contratto pubblico assegnato a Davide Marselli, gestore dello stabilimento balneare San Marco di Ameglia, frequentato gratuitamente da Toti e Giampedrone.
Marselli sarebbe stato prima assunto con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co) e successivamente stabilizzato come dipendente. Tuttavia, secondo la Procura, non avrebbe mai svolto le mansioni per le quali era stato retribuito con oltre 80.000 euro lordi di fondi pubblici.
La Guardia di Finanza ipotizza che tale importo rappresenti una forma di compensazione per i benefici ottenuti da Toti e Giampedrone nel frequentare lo stabilimento e il relativo ristorante senza costi. Il fascicolo dell’inchiesta è stato trasferito a Genova ed è ora sotto la competenza del pubblico ministero Andrea Ranalli.
La difesa di Toti e Giampedrone
Di fronte alle accuse, la difesa di Toti non si è fatta attendere. Il suo avvocato, Stefano Savi, ha dichiarato: “Il mio assistito è rimasto sbalordito. Tutte le spese sostenute presso lo stabilimento sono state regolarmente pagate da lui o dalla sua famiglia, spesso con strumenti tracciabili. Trovo singolare che tali pagamenti non siano stati rilevati, nonostante le approfondite indagini a suo carico”.
Lo stesso Toti ha poi aggiunto: “L’attività di supporto politico svolta da Marselli è sempre stata nota e condotta con scrupolo e passione. Il contratto è stato ritenuto regolare dalla Regione Liguria e risulta analogo a quello di molti altri collaboratori. Non comprendo quale sia la presunta irregolarità, se non il fatto che Marselli fosse amico mio e di Giampedrone”.
Anche Giampedrone ha respinto ogni accusa, sottolineando di aver appreso dell’indagine solo tramite le agenzie di stampa: “Non sono a conoscenza di alcun procedimento a mio carico. Se si tratta di un contratto per un collaboratore territoriale di segreteria politica, non vedo alcun profilo illecito. La selezione e la verifica del contratto sono state gestite dagli uffici regionali, come avviene per tutti gli altri collaboratori”.
Giampedrone ha poi aggiunto: “Se l’ipotesi di reato riguarda il mio rapporto di amicizia con Marselli o la frequentazione del suo ristorante, mi sembra ancora più assurdo. Nel frattempo, ho incaricato l’avvocato Stefano Pellegrini del Foro di Genova per seguire la mia difesa. Sono fiducioso di poter chiarire tutto e continuerò a svolgere il mio lavoro con il consueto impegno”.
Prossimi sviluppi dell’indagine
L’inchiesta, ora in mano alla Procura di Genova, potrebbe portare a nuovi sviluppi nelle prossime settimane. Gli inquirenti stanno approfondendo la regolarità dell’assunzione di Marselli e il suo effettivo ruolo all’interno della struttura politica regionale.
Il caso si aggiunge a una serie di problemi giudiziari che negli ultimi mesi hanno coinvolto l’ex presidente della Regione Liguria, già al centro di un’inchiesta per corruzione. Resta ora da vedere se Toti e Giampedrone riusciranno a dimostrare l’infondatezza delle accuse o se l’indagine porterà a ulteriori provvedimenti giudiziari.
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