Non si placa la dura polemica tra il sindacato degli agenti di Polizia Locale e il nuovo comandante del Corpo Gianluca Giurato. Oggi il segretario provinciale del Diccap-Sulpl, Claudio Musicò, ha inviato una missiva al direttore generale del Comune di Genova Antonino Minicuci.
Ecco il testo integrale.
“Egr. Direttore, mi rivolgo a lei perché durante il confronto presso la Prefettura ha esortato i presenti ad averla come unico interlocutore.
La conciliazione che purtroppo non l’ha vista presente sino alla fine ha comunque portato all’esito che lei ha indicato come soluzione ai problemi prospettati e ha visto come atto di raffreddamento tra le parti, la revoca dell’ordine di servizio numero 58 che si era inserito durante la fase di conciliazione in modo improprio e inopportuno.
Purtroppo dobbiamo prendere atto che la revoca ha portato ulteriore nocumento alla categoria in quanto il comandante non ha potuto fare a meno di aggiungere delle frasi che echeggiano tra le sezioni territoriali e gli uffici come l’ennesimo tentativo di non raggiungere una soluzione condivisa.
Nel dubbio che qualche appartenente al Corpo avesse potuto fraintendere lo scopo di tali frasi, il nuovo ordine di servizio è stato emanato in una seconda versione ancora più minacciosa.
Il confronto tra le due versioni lascia emergere il chiaro intento intimidatorio verso l’anello debole della catena, se nella prima versione si richiamavano le responsabilità eventuali in capo al lavoratore in questa definitiva versione si minacciano i lavoratori che si trovano così a scegliere tra l’obbligo di prestare il loro servizio oltre il previsto (straordinario di fatto obbligatorio) e quello di andare incontro a sanzioni ‘certe’.
Per quanto sopra le chiedo di fornirci una spiegazione razionale e che possa in qualche modo far rientrare il dialogo costruttivo creatosi durante l’incontro nei giusti toni.
Spiegazioni, come organizzazione sindacale, non ne abbiamo. Dalle frasi lette e rilette sembra di capire che per far fronte all’incapacità manifesta di organizzare un servizio utile alla città, il comandante demandi le eventuali conseguenze negative sull’anello debole dell’organizzazione.
Quello che il comandante definisce ‘abbandono delle postazioni fisse’ (che non è mai avvenuto) sarebbe comunque il normale fine turno e quindi, nella normalità dei casi, dovrebbe essere l’avvicendamento tra i turni lavorativi.
Escludendo a priori l’imprevedibile e l’imponderabile, è chiaro che la normale turnazione dei lavoratori e quindi l’inizio e la fine dell’orario deve essere garantita da quella figura apicale che è preposta a tale compito.
Il dire che non si è in grado di garantire uno dei principi fondamentali del contratto non giustifica in alcun modo un’azione rivolta a ledere tutti i lavoratori e ad arrivare a minacciarli nella speranza che se succedesse qualcosa il vero responsabile possa dire: ‘io l’avevo scritto’.
Si potrebbe entrare nel merito anche di chi sia preposto alla tutela della sicurezza pubblica e quindi immaginare che le frasi riportate siano frutto solo di una preoccupazione vera di sentirsi addosso una responsabilità troppo gravosa ma non credo che siano i sottoposti a dover lenire un simile fardello. Anzi, solo chi sta sopra può decidere di affidarlo ad altri”.
Il segretario del Diccap-Sulpl ha inoltre allegato le due versioni degli ordini di servizio “nella speranza che possa chiarire ai lavoratori cosa vuole l’amministrazione comunale da loro”.