“Se non si risolvono alcune criticità legate al Green pass al 15 ottobre il trasporto nel Paese rischia la paralisi”.
A lanciare l’allarme sul nodo della certificazione verde per i marittimi “ma non solo” è il vicepresidente di Conftrasporto Gian Enzo Duci, a margine del convegno Next generation shipping, nell’ambito della Genoa shipping week.
“Si rischia una tempesta perfetta sul trasporto marittimo e terrestre, considerando che il problema tocca anche gli autisti dei Tir, spesso stranieri, che oltretutto scarseggiano.
Quando è stato introdotto il Green pass sul posto di lavoro il mondo dei trasporti non è stato al centro dell’attenzione del legislatore.
A bordo delle navi di bandiera italiana ci troviamo con situazioni diverse da quelle di un posto di lavoro a terra. Abbiamo equipaggi multinazionali, molti provenienti da Paesi che hanno vaccinato le persone con vaccini riconosciuti dall’Oms ma non dall’Ema e quindi non in condizioni di generare il Green pass.
L’armatore italiano o l’amministrazione italiana non possono somministrare un vaccino perché queste persone sono già vaccinate.
Questo crea potenzialmente una situazione molto complessa, perché se il sistema dei tamponi può in parte ovviare, non è ancora chiaro come dovranno essere considerate le navi: se sono una ‘bolla’, se l’accesso ai posti di lavoro è da intendersi quando il marittimo imbarca o tutte le volte che scende a terra.
Speriamo che da qui al 15 le complessità siano risolte perché altrimenti il tema trasporti rischia di paralizzare il Paese con una tempesta perfetta.
Infatti, abbiamo problemi simili nell’autotrasporto con una percentuale rilevante di autisti che si muovono sul territorio e sono stranieri, magari anche loro con un vaccino non riconosciuto dall’Ema e anche il sistema ferroviario ha problemi, per personale non vaccinato.
Il rischio è trovarci in una situazione simile a quella dell’Inghilterra con gli scaffali dei supermercati vuoti o le pompe di benzina che non hanno carburante”.