Complice ricercato. Ad avvertire la polizia la stessa vittima
È stata un’operazione lampo quella condotta dagli uomini della Squadra Mobile della Questura spezzina che hanno arrestato in flagranza un polacco resosi responsabile, in concorso con una persona ancora da identificare, di truffa aggravata ad un anziano, resistenza e lesioni personali a pubblico ufficiale.
Nell’ultimo periodo si è registrato, nel centro della Spezia, un incremento delle truffe nei confronti di anziani, consumate ingenerando nelle vittime il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dover eseguire un ordine dell’Autorità e, di conseguenza, intraprese specifiche iniziative preventive ed azioni di contrasto.
In particolare, in ambito preventivo, sono stati recentemente promossi incontri tra le forze dell’ordine e gli anziani, anche tramite l’associazione di categoria C.N.A. e con il patrocinio di enti territoriali, la diffusione di opuscoli informativi e la pubblicizzazione, attraverso gli organi di informazione, delle più diffuse tecniche utilizzate per consumare le truffe.
In campo repressivo è stata, invece, ulteriormente incrementata la presenza di pattuglie, sia in abiti civili che in uniforme, soprattutto negli orari e nelle zone della città maggiormente colpite da queste odiose forme di reato.
Tale strategia si rivelava fruttuosa atteso il fatto che nel primo pomeriggio di ieri, 2 maggio 2023, un anziano contattava il numero di emergenza “112” segnalando di avere ancora in corso una telefonata con un ignoto interlocutore il quale, presentatosi per il nipote, riferiva che la propria madre, ossia la figlia della vittima, era stata arrestata dalla Polizia per aver causato un grave incidente stradale.
Nel frangente il sedicente nipote, infarcendo il racconto con particolari impressionanti, cercava di far credere all’anziana vittima che la figlia aveva investito una donna incinta, che rischiava di perdere il bambino impiegando, tuttavia, una tecnica utilizzata più volte per consumare analoghe truffe ed ampiamente pubblicizzata sugli organi di informazione.
La potenziale vittima, che aveva letto queste notizie, insospettita dal tenore della telefonata, con l’ausilio di un familiare allertava subito il numero unico di emergenza, permettendo così agli uomini della Squadra Mobile di intervenire tempestivamente e di assistere alle fasi finali della telefonata, finalizzata alla consegna di soldi e valori.
Durante la conversazione telefonica, infatti, il finto nipote cercava di rafforzare nell’anziano il convincimento che con l’immediato pagamento di un indennizzo avrebbe preservato la figlia da più gravi conseguenze giudiziarie e, così facendo, lo induceva a pagare una cauzione riponendo soldi e preziosi all’interno di un sacchetto che avrebbe dovuto consegnare ad un fantomatico impiegato di una banca che si sarebbe recato a domicilio.
Al termine della conversazione l’anziano, che alla presenza degli investigatori aveva assecondato il sedicente nipote, secondo le istruzioni ricevute dallo stesso incontrava una persona sopraggiunta sotto casa, nel quartiere umbertino.
L’uomo, vestito in modo distinto, con il volto travisato da una mascherina chirurgica, occhiali e cappello, si faceva passare per l’incaricato della banca, ricevendo all’interno dell’androne del palazzo il pacchetto contenente i monili richiesti per telefono dal complice.
Immediato l’intervento di personale della Squadra Mobile, appostato sul pianerottolo delle scale e fuori dal palazzo, che fermava il truffatore, restituendo subito dopo i preziosi all’anziano.
L’uomo, un trentenne incensurato polacco, per sottrarsi all’arresto tentava di guadagnare la fuga cercando di raggiungere il portone del palazzo, divincolandosi e opponendo una resistenza attiva nei confronti degli investigatori, ma veniva bloccato ed arrestato.
Durante le concitate fasi dell’arresto un agente della squadra mobile collideva contro il vetro del portone dello stabile, che si infrangeva, procurandosi una ferita da taglio suturata, presso il locale pronto soccorso, con 15 punti.
Sono tuttora in corso indagini finalizzate ad identificare il complice telefonista, nonché a verificare se la persona arrestata abbia consumato altri analoghi reati in questa provincia ed in quelle confinanti.
L’operazione di Polizia Giudiziaria conclusa positivamente dalla Squadra Mobile spezzina dimostra ancora una volta come la sinergica collaborazione tra forze dell’ordine e la cittadinanza, favorita da altri attori quali associazioni, istituzioni ed organi di informazione, possa realizzare in termini concreti il concetto di sicurezza partecipata.
Si ribadisce l’invito alla cittadinanza, in caso di necessità o in presenza di situazioni sospette, a contattare senza esitazione le forze dell’ordine, allertando il numero unico di emergenza “112”.
La posizione dell’arrestato – al quale viene contestato il reato di truffa aggravata in concorso nonché resistenza e lesioni a pubblico ufficiale – è ora al vaglio del sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Elisa LORIS e poi del Giudice per le Indagini Preliminari di turno, per una puntuale analisi delle condotte e responsabilità dell’indagato.