SAVONA. 15 APR. “Oggi finalmente c’è il sole”- ha esordito un raggiante Sergio Giusto- interpellato subito dopo l’inizio della quinta tappa che l’artista albenganese ha intrapreso sulla Via di San Martino.
“Sto dirigendomi verso Murska Sobota- ci ha detto- Anche oggi cercherò di percorrere una trentina di chilometri. Mi attendono lunghi tratti di strada asfaltata fino a Gradisce, mentre nei giorni scorsi ho camminato quasi sempre sullo sterrato, in mezzo alla campagna e nei boschi, attraversando piccoli ed incantevoli borghi. Oggi invece il percorso sarà più monotono: ci sono rettilinei lunghissimi, che non finiscono mai”.
Ieri Giusto era partito da Kercaszor in Ungheria, ha passato il confine con la Slovenia ed è arrivato a Dobrovnik: “ Ho passato il confine ed ho avuto pioggia per tutta la mattinata. La giornata è sempre stata nuvolosa. Praticamente non ho incontrato nessuno per chilometri e chilometri: ad un certo punto mi sono messo addirittura a parlare con delle galline. E’ però stata lo stesso una giornata davvero speciale perchè ho attraversato dei luoghi bellissimi, quasi metafisici, dei piccoli borghi che sembravano incantati come Proseniakkovic, Sredisce, Pordisinci, Emotuatieyeci e Kobilje, dove c’è una deliziosa chiesetta dedicata proprio a San Martino”.
San Martino, simbolo della condivisione, è uno dei santi più popolari in Europa centrale con migliaia di monumenti a lui dedicati, ma anche con un patrimonio culturale intangibile di feste e leggende che consente di mantenere viva la sua memoria. A lui è dedicata la via che Giusto sta percorrendo, che è una delle European Cultural Route.
Albenga è una delle città che partecipano al progetto dedicato al Santo e che sono motivate a far rivivere, attualizzandola, questa eredità culturale e a promuovere i valori comuni di solidarietà ed ospitalità legati a San Martino.
Un progetto che mira a promuovere anche servizi di volontariato nell’ ambito della preservazione e trasmissione del patrimonio culturale tangibile ed intangibile, il “riutilizzo” dell’eredità culturale attraverso l’industria creativa e culturale, un’offerta turistica sostenibile che valorizzi il territorio. E questa bella impresa di Sergio ne è un forte e virtuoso esempio. CLAUDIO ALMANZI