I giudici del Tribunale del Riesame di Genova oggi hanno concesso gli arresti domiciliari a Paolo Oneda (dirigente medico di Chirurgia generale all’ospedale di Manerbio in provincia di Brescia) arrestato dai carabinieri lo scorso fine aprile insieme al “santone” e presidente del Centro Anidra di Borzonasca Paolo Bendinelli con le accuse di circonvenzione di incapace, omicidio e violenza sessuale.
La psicologa Paola Dora era stata denunciata e quindi indagata per i reati di circonvenzione e violenza sessuale.
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Roberta Repetto, figlia dell’ex sindaco di Chiavari Renzo Repetto e insegnante di yoga, era morta dopo l’asportazione di un neo presso la struttura dell’entroterra del Tigullio.
La 40enne, secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dai pm genovesi, sarebbe stata curata per due anni con tisane zuccherate e meditazione fino al decesso, avvenuto il 9 ottobre 2020.
I giudici, nelle motivazioni con cui hanno accolto la richiesta dei legali difensori di attenuazione della misura cautelare, hanno sottolineato come il medico indagato fosse “perfettamente a conoscenza delle possibili conseguenze derivanti da un nevo sanguinante, asportato in maniera irrituale. Infatti, Oneda, nonostante tale consapevolezza, dolosamente, ha effettuato l’intervento senza rispettare alcun tipo di protocollo sanitario”.
Per i magistrati genovesi, il medico aveva “l’obbligo giuridico di informare correttamente la paziente delle possibili conseguenze derivanti dall’asportazione del nevo. Doveva non effettuare l’intervento ben sapendo che in tal modo avrebbe pregiudicato a Roberta la possibilità di fare una diagnosi che le avrebbe potuto salvare la vita”.
Inoltre, “tale condotta omissiva protrattasi nel tempo è stata sorretta da un dolo vieppiù intenso e non solo eventuale. La condotta tenuta dal medico è quanto di più distante possibile vi possa essere da quella che un medico avrebbe dovuto tenere in una situazione quale quella in cui si trovava Roberta”.