Sono passati 25 anni dall’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria di uno studio commercialista trovata morta a Chiavari, nell’ufficio dove lavorava, il 6 maggio del 1996 e si aprono nuove indagini.
Sono stati anche notificati tre avvisi di garanzia.
Il primo con l’accusa di omicidio nei confronti di Annalucia Cecere, un’ex insegnante.
La donna, 53 anni, era stata indagata fin dall’inizio ma era poi la sua posizione era stata archiviata.
Altri due avvisi di garanzia sono stati notificati per false dichiarazioni a Marco Soracco, il commercialista presso cui lavorava Nada Cella e all’anziana madre dell’uomo.
Diversi elementi hanno portato la criminologa Pesce Delfino e gli investigatori della squadra mobile ad indagare ancora una volta sui tragici eventi e a consegnare alla procura di Genova elementi che hanno fatto sospettare Annalucia Cecere in qualità di omicida della giovane.
Ai tempi per quanto riguarda Annalucia Cecere, in casa gli investigatori, avevano rinvenuto alcuni bottoni in un cassetto uguali a quello ritrovato sotto il corpo della vittima.
Si tratta di alcuni bottoni di una giacca maschile che la presunta assassina, secondo gli investigatori, avrebbe tolto e conservato perché di valore.
Inoltre la mattina del delitto, due testimoni, avrebbero vista passare la Cecere dalla strada dello studio di Soracco intorno all’ora del delitto.
Cecere aveva conosciuto il professionista ad un corso di ballo e poi lo avrebbe rivisto in alcune serate in discoteca.
Secondo l’ipotesi degli investigatori, la donna si sarebbe invaghita del commercialista e avrebbe cercato di prendere il posto di Nada come segretaria.
La donna, dopo la vicenda dell’omicidio aveva lasciato Chiavari per trasferirsi in Piemonte.
Qui nel 2016 era stata assunta come maestra elementare, ma era stata licenziata a inizio 2017 in seguito ad un provvedimento disciplinare.
Ora, forse, la tecnologia con l’esame del Dna potrà dare qualche risposta in più su una vicenda rimasta irrisolta troppo a lungo.