GENOVA. 28 LUG. L’agente di Polizia Municipale accusato di concorso per omissione in omicidio oggi si è difeso davanti al pm.
In sostanza, ha spiegato di non avere fermato la lite che ha portato all’omicidio del 65enne Francesco Larosa, ucciso a Pontedecimo dal nipote per una questione di vicinato, perché in quegli attimi non avrebbe compreso che cosa stesse realmente accadendo e la gravità della situazione.
Inoltre, avrebbe spiegato che sarebbe rimasto impietrito davanti alla scena di rabbia e violenza, forse per la paura.
L’agente della polizia municipale, ha poi precisato di non essere amico di nessuno delle due famiglie in lite, ma ha ammesso di essere stato contattato dai Bruzzese, che si erano presentati al comando di zona per chiedergli di intervenire sulla questione dei confini tra le proprietà delle famiglie imparentate fra loro.