Rischio amianto nelle case da abbattere sotto il ponte Morandi. Lo denuncia il presidente dell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni pioniere dalla fine degli anni ’90, nella tutela degli interessi delle vittime amianto e non solo.
Bonanni parla di “Quindicimila tonnellate di puro veleno. Una montagna di asbesto nascosto nelle case da abbattere. Un rischio amianto altissimo per l’abbattimento dei tronconi rimasti del ponte Morandi e della case che li circondano che vanno eseguiti con massima prudenza”.
Secondo l’Ona si tratta di “amianto friabile nelle coibentazioni delle tubazioni delle cantine, camini e serbatori d’acqua rivestiti di eternit, come riscontrato dai tecnici ai quali è stata assegnata la procedura del piano di demolizione del ponte Morandi a Genova. Per non parlare delle tubazioni dell’impianto di riscaldamento e delle guarnizioni centrali termiche, tutte coibentate con amianto friabile. Si tratta di edifici costruiti negli anni ’60 quando i materiali cementizi erano quasi sempre di eternit”.
“E’ assolutamente necessario – conclude l’avvocato Ezio Bonanni – confinare gli abbattimenti, per evitare che la nube tossica invada la città. Le fibre di amianto causerebbero mesoteliomi e cancro al polmone ed altre patologie dell’amianto. Le macerie, confinate, vanno poi irrorate con liquidi aggregati per diminuire il rischio di aerodispersione delle fibre di amianto”.