Che Salvini sia in difficoltà è sotto gli occhi di tutti. Un fallimento l’esito del referendum e pure le elezioni comunali registrano un calo preoccupante di consensi anche al Nord, dove la Lega è superata da FdI. Non si può negare l’evidenza.
Salvini dovrà ora riflettere su cosa fare. Ha due diverse strade da percorrere:
1. La prima è sicura. Il centrodestra unito vince, ma chi darà le carte sarà la Meloni. Vittoria alle prossime politiche quasi assicurata, ma lombardi e veneti l’autonomia se la possono scordare: si torna allo stato centralista e magari presidenzialista, persino anche un po’ autoritarista.
Per quanto riguarda la politica estera? Restiamo una colonia degli americani. Ok, a Salvini lasceranno il controllo del coste. È tutto.
2. La seconda via. Tenetevi forte. Salvini lavora a un’altra strada che è la costruzione di un nuovo soggetto politico che raccoglie l’eredità liberale di Forza Italia con quella federalista della Lega e al momento opportuno si stacca dall’abbraccio mortale con il Governo Draghi.
In questa seconda ipotesi Salvini salva l’autonomia del Nord e resta leader di un partito nazionale.
Nella prima ipotesi ritorna nelle riserve indiane ma con le mani legate sulla loro autonomia.
Questa seconda via non impedisce una convergenza con Fratelli d’Italia, tutt’altro, ma dà una posizione di forza. Paolo Becchi