Il sostituto procuratore della Dda di Genova oggi ha chiesto la condanna a sette anni e un mese per il 51enne Giuseppe Bruna, anarco-insurrezionalista originario di Agrigento e trapiantato a Ferrara, accusato di avere messo un ordigno artigianale davanti al bancomat delle Poste a Spianata Castelletto.
L’ordigno era stato collocato nella notte dell’otto giugno 2016 da due individui vestiti di scuro ed era composto da una tanica di plastica da cinque litri riempita di liquido infiammabile, completo di timer artigianale, una sveglia analogica con una sola lancetta.
La sveglia era alimentata da una batteria da nove volt collegata a un circuito elettrico di innesco composto da un bulbo di plastica contenente varie capocchie di fiammiferi.
L’ordigno, tuttavia, non esplose per un malfunzionamento.
L’attentato rientrava nella campagna contro i CIE (Centri di identificazione ed espulsione), condotta dai gruppi anarchici in tutta Italia.
L’imputato è a processo anche per i plichi esplosivi inviati ai pm torinesi Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna, e all’allora direttore generale del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) Santi Consolo.
Giuseppe Bruna venne arrestato insieme ad altre due persone.