Dopo il recente incontro tra la sindaca di Savona, affiancata da cinque assessori, il comandante della Polizia Municipale, il segretario comunale ed alcuni dirigenti comunali, il direttore del servizio veterinario, due esperti di comportamento canino e la Protezione Animali, in attesa di una nuova convocazione per approfondire le problematiche dell’ordinanza sui cani, nulla sembra essere cambiato.
“Nessuna delle richieste degli animalisti è stata sostanzialmente accolta – spiega l’Enpa Savona – a parte il generico proposito di collaborare per una soluzione condivisa del ‘problema’ deiezioni liquide”.
Enpa e gli altri gruppi locali di cinofili, sostenuti dal crescente numero di adesioni alla petizione antiordinanza, firmata anche da cittadini che non posseggono cani e da commercianti, continuano a chiedere il ritiro dell’ordinanza.
“Le motivazioni addotte dall’Associazione e spiegate alla giunta dagli esperti presenti – prosegue l’Enpa – sono l’incongruità ed il carattere umiliante e punitivo della norma. Non si riesce ad impedire a molti cani di esprimere, soprattutto appena usciti di casa, un bisogno naturale prima che abbia iniziato ad espletarlo; ed in tal caso, sia che si pulisca l’orina o no, la multa è sempre prevista.
Di lavarla con la famosa bottiglietta d’acqua inoltre non elimina odore o sporcizia, rischiando inoltre di far scivolare i passanti, soprattutto anziani e bambini, sul pavimenti lisci di via Paleocapa e dei portici di piazza Mameli.
Ciò ha costretto e costringe i proprietari di cani a non frequentare le zone del centro, come lamentano molti commercianti della zona, che hanno visto calare gli incassi soprattutto nelle feste natalizie.
Mentre da un lato la sindaca dice che non può ritirare o modificare l’ordinanza, dall’altra annuncia però che verrà estesa anche ad altri portici e vie cittadine. E non prende neppure in considerazione la proposta dell’Enpa di dare il via ad una fase transitoria, senza applicazione di multe, in cui si allarga e completa l’informazione e la sensibilizzazione dei proprietari di cani, sollecitandone la collaborazione e la motivazione, mentre si lavora a norme diverse.
Enpa ricorda invece che nell’incontro ha dato totale disponibilità, come pure gli esperti canini ed il servizio veterinario Asl2, a collaborare per trovare alternative che portino al miglioramento delle condizioni igieniche di tutta la città. Ma deve lamentare che l’istruttoria dell’ordinanza non le aveva neppure ricercate.
Eppure forse esistono soluzioni tecniche, servizi e discipline utili; basta indagarle e sperimentarle, ci vuole soltanto un po’ di buona volontà oltre a vera collaborazione, anche con quei gruppi che, esclusi dall’incontro recente, hanno partecipato attivamente al censimento delle aree canine esistenti. E segnala infine che il dato del quantitativo giornaliero di pipì dei cani in città pubblicato su alcuni media e social è completamente ‘sballato’, ancorché di difficile calcolo”.