“L’ho detto a gennaio, quando Toti godeva di migliore salute giudiziaria: se pensate che la mia figura possa unire, rifletteteci. Non mi candido a niente. Sono tra i nomi su cui può lavorare il cosiddetto ‘campo largo’ per vedere se trova un punto di equilibrio. Se su di me, bene. Se su un altro, lo sosterrò con grande determinazione”.
Lo ha dichiarato ieri sera l’ex ministro e attuale deputato spezzino del Pd Andrea Orlando a “Metropolis”, tornando sulla sua disponibilità a candidarsi come governatore della Liguria alle elezioni anticipate che si svolgeranno domenica 27 ottobre o durante l’election day di domenica 17 novembre insieme a Emilia Romagna e Umbria.
“Quello che c’è da fare oggi in Liguria – ha aggiunto orlando – è rompere un sistema e impedire contemporaneamente che si determini una paralisi.
E questo si può fare solo mettendo in moto molte energie e anche molte intelligenze.
In Liguria non siamo di fronte all’esigenza di avvicendamento, ma di una rigenerazione del tessuto democratico e si può fare solo con coesione e convergenza su un progetto.
Altrimenti, si possono pure vincere le regionali, ma si affida a un capo solo un lavoro di amministrazione ordinaria e in una regione squassata come questa non è sufficiente”.