“Il bilancio dell’opposizione Pd guidata da Raffaella Paita nei primi due anni e mezzo è Regione persa, Savona persa, La Spezia (casa sua, la conoscono bene) persa, Genova persa. Due anni e mezzo fa, il 70% dei liguri aveva dato fiducia a sindaci e amministratori di centro-sinistra.
In questi due anni e mezzo hanno cambiato idea e oggi <strong>oltre l’80% dei liguri ha scelto di mandare a casa</strong> gli amministratori voluti dal Pd e dalla Paita e di affidarsi a sindaci coerenti con la maggioranza regionale e alleati della Giunta Toti”.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti oggi ha replicato così alla capogruppo regionale del Pd Raffaella Paita.
“Quindi avrà ragione la capogruppo del Pd – ha aggiunto il governatore – sostenendo che non abbiamo fatto nulla, o avranno ragione i liguri che, anno dopo anno, hanno dimostrato con il loro voto di aumentare la fiducia nei nostri confronti, andando proprio contro Paita e i <strong>manutengoli privilegiati del passato regime</strong>? Voi che dite?
Io credo che qualcuno nella classe dirigente del Pd, evidentemente non tagliato per l’impegno pubblico e la politica, dopo due anni e mezzo di bocciature continue, dovrebbe rendersi conto di aver sbagliato tutto e magari <strong>imparare un mestiere vero</strong>. Coraggio, non è tardi… potete ancora dare un contributo alla Liguria… forse troverete, prima o poi, qualcosa che vi riesce bene”.
Ecco quanto è arrivata a dichiarare oggi la capogruppo regionale Raffaella Paita (<strong>il testo del comunicato del Pd è integrale</strong>).
“Un calo costante dell’occupazione in totale controtendenza con la ripresa nazionale; un turismo che non decolla nonostante le grandi potenzialità del territorio, perché non viene sostenuto da idee e investimenti; fondi europei quasi inutilizzati (fra cui l’incredibile caso del Psr); una sanità pubblica in grande sofferenza e a rischio privatizzazione; nessun passo avanti sul trasporto pubblico locale e la raccolta dei rifiuti e zero progetti per nuove opere infrastrutturali.
È questo il bilancio del lavoro svolto dalla Giunta Toti nella prima parte del proprio mandato. Al giro di boa dei due anni e mezzo di amministrazione <strong>il centrodestra dimostra come le sue politiche siano completamente inadeguate</strong> allo sviluppo della nostra Regione. Eppure hanno governato con il vantaggio dei conti in ordine e dei progetti infrastrutturali lasciati in dote dal centrosinistra. Emerge con sempre maggiore chiarezza come il centrodestra poggi le sue fondamenta su un’impalcatura fragile fatta di comunicazione spregiudicata e falsa coesione della maggioranza.
La troppa sicurezza è la stessa della Giunta Biasotti e simile sarà la parabola della Giunta Toti, che fa i sopralluoghi trionfali nei pronto soccorso mentre i cittadini continuano a essere umiliati dai disagi. Ma entriamo nel <strong>dettaglio di questo bilancio assolutamente negativo.</strong>
ECONOMIA E LAVORO. Secondo l’Istat dal febbraio del 2014 a oggi (governi Renzi e Gentiloni) i posti di lavoro in Italia sono passati da 22 a 23 milioni, tornando ai livelli pre crisi. Nello stesso periodo, sempre secondo l’Istat ma anche secondo Liguria Ricerche, mentre l’Italia creava un milione di posti di lavoro (+4,5%), la nostra regione continuava a perdere occupati e ne ha persi 7 mila (-1,1%) anche nell’ultimo anno. Qualcuno tira in ballo alcune gravi crisi di portata nazionale di aziende come Ilva ed Ericsson, ma anche quando c’era il centrosinistra al governo della Regione abbiamo dovuto affrontare questioni analoghe per Ansaldo e Fincantieri e ora, anche grazie al nostro lavoro, queste aziende sono state rilanciate.
FONDI EUROPEI. Toti continua a non fornici i dati sull’utilizzo dei fondi europei per i programmi FESR, FSE e PSR. Ma sul PSR sappiamo che non è stato speso neppure il 3% del fondo e rischiamo di perdere parecchi milioni di euro, in un settore strategico come l’agricoltura.
SANITA’. Dopo due anni e mezzo la Giunta Toti ha varato il Piano socio sanitario: una scatola vuota in cui non si decide nulla, se non l’apertura ai colossi privati della sanità in arrivo dalla Lombardia. Le fughe crescono, le liste d’attesa aumentano, le operazioni virtuose come la distribuzione diretta dei farmaci vengono sospese e il debito aumenta come le tasse (vedi l’Irpef regionale). Inoltre si tagliano i servizi per i più deboli (come nel caso dei disabili) e interventi fondamentali e completamente finanziati come il nuovo ospedale della Spezia restano fermi.
TURISMO. A parte i discutibili tappeti rossi, questa Giunta, in due anni e mezzo, non ha saputo rilanciare il settore con investimenti seri come in passato (dal Porto Antico ai Rolli, dal Parco delle 5 Terre alla pista ciclabile del ponente). Qui si tenta persino di aprire l’Alta via alle moto. E si finisce con il savonese che un tempo era il territorio più turistico della Liguria, che segna il peggior dato di sempre in materia di accessi.
PICCOLO COMMERCIO. Nonostante i proclami da campagna elettorale, la Giunta Toti ha cercato in tutti i modi di privilegiare la media e grande distribuzione (l’ultimo tentativo, per fortuna sventato dal Pd, nel Bilancio di previsione). Per i piccoli negozi sono state stanziate solo briciole.
HI TECH. Il governo Renzi ha finanziato con 20 milioni il secondo polo dell’Iit a Erzelli il 14 aprile del 2015. Quasi tre anni dopo quei soldi non sono stati ancora spesi.
TRASPORTI E RIFIUTI. Anche in questi due settori la Giunta Toti non ha messo in atto provvedimenti risolutivi. Sul fondino di Amt non si sa ancora nulla e Berrino si appresta a firmare un contratto di 15 anni con le Ferrovie; sul fronte dei rifiuti, invece, Scarpino è ancora chiusa e Genova continua a portare la propria spazzatura fuori regione”.