Un amore che non finirà mai nonostante le strade di Fagioli e della Pro Recco si separino.
Sette Champions League in bacheca – recordman assoluto nella storia della competizione – trentatré trofei complessivi vinti con la calottina della Pro Recco in tredici anni, secondo solamente a Stefano Tempesti in questa speciale classifica: Pietro Figlioli, classe 1984, non sarà presente nella rosa biancoceleste della prossima stagione, ma il suo nome resterà inciso a vita nella storia del club campione d’Europa.
“Ringrazio la società e in particolare Gabriele Volpi per l’impegno che profonde da anni per la Pro Recco, mette gli atleti nelle condizioni migliori e sono convinto che molti risultati ottenuti con il Settebello siano figli anche del lavoro che si fa a Recco durante i mesi invernali: l’augurio è che rimanga ancora a lungo nel nostro sport – le parole di Figlioli -. Sono grato di aver fatto parte di questo club e dei suoi successi. Se devo scegliere il momento più bello ne indico due: il mio primo allenamento nel settembre 2006, il raggiungimento di un obiettivo che avevo fin da ragazzo, poter palleggiare insieme a campioni come Kasas, Vujasinovic e Angelini, poi qualche mese più tardi la Champions League alzata a Milano, la mia prima, a coronamento di una stagione conclusa con il Triplete”.
Il ringraziamento ai compagni di questi anni con due dediche particolari: “Tibor Benedek è quello a cui sono rimasto più legato, anche quando non giocavamo più insieme ci sentivamo e vedevamo spesso, da lui ho imparato tanto, era un professionista esemplare. Il più forte con cui ho giocato per me è stato Tamas Kasas, gli ho visto fare cose incredibili, ogni volta sapeva stupirti, un fenomeno”.
La Champions League numero sette vinta a Belgrado il 3 giugno gli ha permesso di staccare Maurizio Felugo e Djordje Perisic con cui condivideva questo primato: “Non è stato facile guardarla da fuori, ma le scelte tecniche vanno sempre accettate e rispettate, però sì, la sento mia eccome: si vince e si perde insieme, dal primo giorno di allenamento, tutti uniti per un unico obiettivo, spingendo al massimo in ogni sessione o fornendo il proprio contributo nelle partite del girone che ci hanno permesso di qualificarci alla Final Eight. Guardo la bacheca così colma di trofei e penso che sia una grande dimostrazione della dedizione, della serietà e della disciplina che ho messo ogni giorno. Adesso mi tuffo in una nuova avventura, in un contesto con grande ambizione, ma Recco rimarrà sempre nel mio cuore”.