È stato mister Ratko Rudic il protagonista dell’edizione di Casa Sky Sport in onda ieri alle 19 sul canale 200.
LA PITTURA – L’emergenza Coronavirus impone di restare nelle proprie abitazioni, prassi comune anche per il tecnico biancoceleste che ha ripreso confidenza con una sua grande passione: “All’inizio dovevo scegliere tra pittura e pallanuoto. Ho scelto la seconda, ora che non c’è posso dipingere. Inizialmente mi dedicavo al realismo, ora mi occupo di disegni astratti”. Quasi un paradosso per chi sia stato molto concreto nello sport, lui che ha conquistato 4 ori olimpici con 3 diverse Nazionali: “Una medaglia migliore delle altre? Ogni oro olimpico ha una storia e un legame emozionale e sentimentale. Non posso dare preferenze, è una sensazione unica e ogni oro ha un valore speciale per me”.
IL SERGENTE DI FERRO – Una figura iconica già ai tempi della Jugoslavia, lui che è stato spesso accostato al classico “sergente di ferro”. Cosa ne pensa il diretto interessato? “Io penso che servano severità e regole da rispettare – ha risposto Rudic – il gioco ti prepara ad eseguire il ruolo in modo molto specifico. Io voglio avere rispetto da parte della squadra negli allenamenti con dedizione e concentrazione. Ma non sono stato così duro come si dice”.
Sull’argomento è intervenuto anche Sandro Campagna, ct del Settebello: “Me lo ricordo sempre presente sul pezzo, non guardava la vittoria ma dava motivazioni per andare oltre. Ma è stato fondamentale anche nella gestione dell’insuccesso: ho visto come assorbiva la sconfitta e si buttava sul lavoro con ulteriore determinazione”. È stato un allenatore severo? “Quando è venuto in Italia ci ha dato metodi molto duri – ricorda Campagna – ma necessari per il salto di qualità. Disciplina e forza mentale sono merito suo. Nel ’94 non voleva usassimo i telefonini, veniva in camera e ce li sequestrava”.
DI FULVIO – Non è mancato un commento su Francesco Di Fulvio, 26enne attaccante della Pro Recco e della Nazionale italiana, nominato miglior giocatore d’Europa nel 2019. “Sicuramente è uno dei migliori in questo momento – risponde Rudic – ha qualità in attacco e in difesa. È forte di testa ed è ancora giovane. Lui scriverà la storia della pallanuoto”.
IN BIANCOCELESTE – Dopo una vita trascorsa al timone delle nazionali, Rudic allena dal 2018 la Pro Recco: con i biancocelesti ha subito conquistato lo scudetto e la Coppa Italia, mancando l’appuntamento con la Champions League: “Nello sport l’insuccesso può servire a organizzare la squadra, ora noi abbiamo cambiato il programma rispetto all’anno scorso quando la stagione fu ottima. Avevamo dominato ma perso tutto in quella finale. Fu molto doloroso. Quest’anno abbiamo cambiato creando una forza diversa nella squadra. Una preparazione specifica è destinata proprio agli appuntamenti più importanti”.
Una batuta anche sul presidente della Pro Recco, Maurizio Felugo, che a Rudic deve il suo esordio in Nazionale ma anche quell’oro sfumato quando Ratko guidava la Croazia. “Come andò la trattativa per andare a Recco? Cinque minuti, non avevo accettato subito prendendomi solo il tempo per riflettere. Poi dissi di sì”, ha ricordato Rudic.