Paolo Signorini, ex presidente del porto di Genova ed ex amministratore delegato di Iren, continuerà a rimanere in carcere a Marassi.
Il tribunale del Riesame ha infatti rigettato l’istanza presentata dai suoi avvocati, Enrico e Mario Scopesi, che chiedeva la concessione degli arresti domiciliari.
Signorini è detenuto dal 7 maggio, a seguito del suo arresto nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura di Genova.
I giudici hanno deciso di mantenere Signorini in carcere, ritenendo che le soluzioni proposte per i domiciliari non fossero adeguate a garantire la sicurezza delle indagini.
Le abitazioni suggerite per i domiciliari includevano una residenza a Genova, offerta da una parente, e una ad Aosta, messa a disposizione dal fratello.
Tuttavia, entrambe le opzioni sono state giudicate insufficienti per ridurre il rischio di inquinamento probatorio, una preoccupazione centrale per i giudici in questa fase dell’inchiesta.
Il rigetto dell’istanza significa che Signorini dovrà trovare un’altra soluzione abitativa se desidera ottenere la concessione dei domiciliari in futuro.
Nel frattempo, l’ex dirigente rimane in carcere, mentre le indagini della procura proseguono.