Ebbene sì, la 13°edizione del festival del Kustendorf, di cui avvertiamo già la nostalgia, è stata anche all’insegna della presenza di un frammento di mondo cinetelevisivo italiano. Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti, rispettivamente Presidente di Giuria e Madrina del festival e parallelamente marito e moglie nella vita, hanno consegnato nell’ambito del Competition Programme il primo premio, ovvero l’Uovo d’Oro al giovane filmmaker romeno Bogdan Moresanu, autore dello short-movie “The Christmas Gift”, un cortometraggio estremamente valido sia dal punto di vista tecnico che da quello del Soggetto il quale fa rifermento-sotto forma di commedia-alla dura dittatura di Ceausescu.
Ricordiamo che il Competition Programme è la sezione degli Short-Movies in concorso realizzati da nuovi promettenti cineasti. Alla premiazione ha partecipato anche Ezio Greggio con la galante allegria che lo contraddistingue, oltreché un garbato Michel Amathieu, un solido Tonino Benacquista e Vladislav Tkatchiev che, in uno stato lievemente adulterato, ha apportato una ventata d’innocente comicità.
L’Uovo d’Argento invece è stato assegnato al talentuoso regista bielorusso Aliaksei Paluyan, autore del cortometraggio “Lake of Happiness”, short-movie dalla fotografia eccellente, un lavoro sull’espressività attoriale notevole e dal Soggetto commovente. L’Uovo di Bronzo è stato offerto alla regista Ingride Santos con il cortometraggio “Beef”.
Ancora il Premio Vilko Filac è stato conferito ai due fratelli iraniani Saman Hosseinpuor e Ako Zandkarimi per lo short-movie “The Other”. Per il Premio Film Poetico è stato designato il talentuoso regista bulgaro Dimitar Kutmatov con il cortometraggio “Home Far Away” d’una bellezza rara, da cui trasuda lirismo puro e le cui scene ricordano costantemente una pittura.
Da notare poi che durante la serata di chiusura il Professore Emir Kusturica, insieme ai più stretti collaboratori, indossava una maglia nera dalla scritta “Free Julian Assange”, sollevando un preciso messaggio politico internazionale.
Si è rivelata dunque un’edizione di profonda qualità, le cui atmosfere dense di fumo, rakija, “sogno” offerto da un cinema colto già ci mancano, tralasciando il paesaggio fiabesco all’interno del quale è incastonato. Che poi quest’anno la coppia Virzì-Ramazzotti, così armoniosamente radiosi, ha donato una nota di graditissima atmosfera italiana. Molto piacevole anche la presenza d’un entusiasta Ezio Greggio. Confidiamo di rivederli anche il prossimo anno che già attendiamo sognanti.
Romina De Simone