Calvario di un papà separato in Liguria e “meccanismi assurdi” della Giustizia italiana.
Nel 1999 era stato accusato (ingiustamente) di essere un”mostro” per un insussistente reato di pedofilia nei confronti della figlia minore di 3 figli. Poi era stato assolto in primo e secondo grado.
Per una battaglia giudiziaria vinta e una vita distrutta, però, a distanza di 20 anni se ne apre un’altra con una seconda relazione difficile, una figlia e una separazione.
D.P., papà separato 50enne dell’entroterra genovese, non ha pace. Ora ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Genova perché anche la seconda volta non è andata bene.
Per poter vedere la bambina, ha chiesto lui stesso gli incontri protetti con la speranza di poter essere aiutato a vedere la figlia come meriterebbe un bravo padre.
Ciò nonostante, ha spiegato che “mi lasciano incontrare la bambina con il contagocce”.
Sempre secondo quanto riferito, l’anno scorso la figlia ha manifestato la volontà di non tornare a pernottare con il padre e, giustamente, gli assistenti si sarebbero domandati se la bambina fosse stata o no manipolata.
Tuttavia, a dicembre la piccola ha cambiato idea e deciso di pernottare per le feste di Natale dal suo papà.
Apriti cielo. Essendo affidata al Comune di Genova, la bimba ha chiesto di essere ascoltata dagli assistenti sociali, ma loro pare che si siano rifiutati.
La bambina ha allora scritto una letterina per il giudice minorile affidando la missiva al padre.
Il giudice avrebbe quindi risposto che tutte le relazioni sono positive e non vede ostacoli in tal senso. Tuttavia, gli assistenti Sociali avrebbero opposto un rifiuto.
D.P., che non ha perso comunque la patria potestà, a questo punto ha presentato l’esposto in procura e ha riferito che chiederà una consulenza per vedere se la bambina è stata manipolata.
Ecco il testo dell’esposto in procura, che ci ha inviato il papà.
“Con la presente il sottoscritto D.P. papà della minore (…) di cui non ha perso la Patria Potestà, espone quanto segue,
Che il Giorno 19-12-2019 ho inviato una Pec agli assistenti sociali con una richiesta da parte della minore (…), nella quale chiedeva di essere sentita per poter stare più tempo con suo papà e poter pernottare presso la sua abitazione sita in (…), nella settimana successiva ho telefonato alla Dott.ssa (…) informandola dei desideri della bambina, di volerli sentire e mi ha risposto che vedevano cosa si poteva fare, successivamente mi telefonava il Dott. (…) dicendomi che non intendevano sentire la bambina e che l’incontro sarebbe stato solo la giornata del 25 Dicembre senza pernottamento.
Il Giorno Lunedì 23 Dicembre, mi sono recato presso il Tribunale Minorile di Genova dal Giudice Togato Dott. (…) alla quale ho fatto avere una copia di una letterina fatta da mia figlia (la cui lettera allego alla presente) che chiedeva di poter pernottare con suo papà; Il Giudice ha prontamente acquisito agli atti la stessa e frase dello stesso
Giudice (…):- Tutte le relazioni sono più che positive , non vedo motivo perché non si possa fare. Proverò anche a parlargliene e vedrò cosa si può fare.
La stessa mattina verso le ore 11:00 dietro consiglio del Giudice ho portato originale della stessa agli Assistenti Sociali, consegnandola nelle mani della Dott.ssa (…) affinché venisse acquisita anche da loro, la stessa (…) mi aveva detto che ne avrebbe parlato con il suo collega e che mi avrebbero chiamato.
Il giorno 24 mattina visto che nessuno mi chiamava sono riuscito a contattare il Dott. (…), la quale mi rispondeva che rimanevano della stessa opinione e che tutto restava così.
Illustrissimo Giudice ritengo che siano stati violati i diritti Costituzionali e Civili della minore (…), altresì chiedo che ove vengano ravvisati reati Penali o Civili vengano perseguiti altresì chiedo di essere ascoltato”.